Passando lungo via Mazzini a Breno in questi giorni di fine ottobre ed inizio novembre non si può non notare un piccolo altare realizzato all’interno di un cortile di un’abitazione privata. Un tripudio di colori, con al centro un teschio, anch’esso colorato.


E’ uno dei modi con cui si celebra in Messico il “Dia de los muertos”, ricorrenza che cade proprio il 2 novembre. “I festeggiamenti si svolgono per due giorni in un’esplosione di colori e di gioia di vivere”, si legge nella spiegazione affissa a fianco. “E’ una celebrazione infatti non solo dei cari che se ne sono andati ma anche della vita”.


Il “Dia de los muertos” ha origini pre-ispaniche, risalenti agli Atzechi, ai Toltechi ed altre antiche culture: “i morti erano ancora membri della comunità, tenuti in vita dalla memoria e nello spirito che durante il ‘Dia de los Muertos’ ritornavano sulla Terra.


La festa è celebrata in tutta l’America Latina e dalle comunità latine sparse per il mondo. “L’inevitabile non deve essere temuto o evitato: deve essere abbracciato e festeggiato. Più di ogni altra cosa, i “calaveras” ci ricordano di vivere ogni momento al massimo, di affrontare la nostra mortalità con un sorriso, con il coraggio e di credere nell’immortalità”.

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