Il 25 marzo 1945 don Carlo Comensoli veniva arrestato: mercoledì, nell’80esimo anniversario dell’arresto, Cividate Camuno, paese del quale fu parroco dal 1937 al 1974, lo ha ricordato con una cerimonia e una messa volute dal comitato permanente per il 25 aprile del paese, alla quale hanno preso parte il Comune, la parrocchia e l’Istituto comprensivo Bonafini, oltre alle Fiamme Verdi e all’Anpi e alle associazioni partigiane e d’arma in congedo. Hanno celebrato la funzione don Giuseppe Stefini, don Tino Clementi e don Angelo Anni.

Un ricordo dovuto, da parte di Cividate Camuno, considerata l’intensa attività di don Carlo a favore della comunità. Infatti dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, il parroco di Cividate entrò in contatto con i primi organizzatori del movimento partigiano camuno, tra cui Costantino Coccoli e Luigi Ercoli. In seguito all’incontro con il comandante Romolo Ragnoli, decise di trasformare la canonica cividatese nella sede del comando della Divisione “Tito Speri” delle Fiamme Verdi.

I sospetti sul suo conto da parte delle autorità fasciste si fecero sempre più pesanti e il 25 marzo 1945 don Carlo venne arrestato e trasferito nel carcere di Canton Mombello di Brescia. Un mese dopo venne liberato e al suo ritorno dal carcere venne nominato sindaco di Cividate Camuno.

Dopo questa parentesi di impegno diretto si dedicò a difendere i valori professati durante la Resistenza e a dare il proprio apporto alla ripresa della vita politica e sociale della Vallecamonica. Un contributo fondamentale alla costruzione della memoria della Resistenza è l’Archivio dei documenti e delle testimonianze della guerra di Liberazione camuna, raccolti da don Carlo, nonché la stesura dei Diari Comensoli.

Nel 1974 don Carlo rinunciò all’incarico in parrocchia a Cividate Camuno e due anni dopo, ad 82 anni, morì a Breno. Era originario di Bienno e questa è la lapide che è stata posizionata sulla facciata della sua casa natale.

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