Il mondo degli alpini camuni lo aveva salutato solo sabato scorso, durante l’assemblea annuale. Ugo Balzari, che aveva compiuto 100 anni nell’agosto scorso, è andato avanti, lasciando però il ricordo di un alpino che non si era mai tirato indietro nel testimoniare l’orrore della guerra: tra l’altro era l’ultimo reduce della campagna di Russia della sezione Ana della Vallecamonica.

Nato a Milano, Balzari era di fatto camuno di adozione, iscritto al gruppo alpini di Vezza d’Oglio e membro onorario di quello di Edolo. Proprio qui era giunto nel 1941, entrando a far parte del Battaglione del Quinto reggimento, con cui era partito per la campagna di Russia, come porta-ordini del comandante Belotti.

Numerosi gli episodi a cui ha assistito o di cui è stato protagonista, come quando salvò don Gnocchi caricandoselo in spalla: ricordi che Balzari non aveva mai tenuto solo per sé, ma che aveva spesso raccontato alle nuove generazioni, nelle scuole, in qualità di ultimo reduce della celebre battaglia di Nikolajewka.

L’ultima volta che era stato in Vallecamonica risale ad agosto, ad Edolo, per la festa della chiesetta in Mola dedicata a don Gnocchi ed ai Caduti del Battaglione Edolo. “Ci sentiamo più soli e poveri di testimoni di una triste epopea in terre lontane”, ha detto Ciro Ballardini, presidente della sezione camuna degli Alpini, “dove purtroppo oggi si combatte ancora”. Balzari lascia i figli Andrea e Margherita: come da suo volere, sarà cremato ed a seguire si terrà una cerimonia per dargli l’ultimo saluto.

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