Il processo per l’incendio doloso di Campolaro, avvenuto nei primi giorni del 2017, è iniziato ieri in tribunale a Brescia.

A giudizio è stato rinviato Oscar Bellicini, il presunto piromane, difeso dagli avvocati Ennio Buffoli ed Elisa Zanella. Nei mesi scorsi era stato anche arrestato, per essere nei giorni successivi rimesso in libertà dal tribunale del Riesame, la cui decisione è stata poi confermata dalla Corte di Cassazione.

A rappresentare l’accusa è il pm Ambrogio Cassiani, mentre le indagini son state condotte dai carabinieri forestali. Nel corso della prima udienza è stato deciso quali parti civili ammettere. Entrano nel processo, con i loro rappresentanti legali, i Comuni di Breno e di Bienno e la Comunità montana, non ammessa invece Legambiente.

Nel processo si è affrontato anche il tema delle prove, delle testimonianze, delle intercettazioni e delle riprese delle telecamere. Un ruolo particolare lo giocano le intercettazioni ambientali, che, a differenza di quelle telefoniche, vengono registrate in ambienti. In questo caso l’abitazione di Oscar e della sua famiglia. Una casa in cui si parla in dialetto, declinato secondo le sfumature della zona, che è appunto quella di Bienno.

Essendo un processo in dibattimento ci sarà una perizia sulle trascrizioni di quelle frasi registrate. Entrerà in scena quindi un esperto in vernacolo, che affiancherà il perito: una figura in grado di rendere con quanta più precisione possibile il significato di quelle parole, di quelle frasi tra l’imputato e i familiari.

L’esperto in dialetto camuno sarà una persona su cui verterà il consenso tanto dell’accusa quanto della difesa. E si potrà quindi vedere se dalle ambientali si potrà avere più chiarezza sul ruolo e le responsabilità dell’accusato.

Il processo è stato aggiornato al sei novembre prossimo quando verrà affidato l’incarico per la perizia sulle trascrizioni delle intercettazioni, mentre l’istruttoria si aprirà il 23 aprile prossimo.

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