Ogni anno sull’Adamello, il ghiacciaio più esteso d’Italia, spariscono 14 milioni di metri cubi di acqua pari a 5600 piscine olimpioniche. La sua estensione areale infatti si sta riducendo progressivamente, passando dai circa 19 km quadrati del 1957 ai circa 17.7 del 2015.
Seppur lo spessore del ghiacciaio sia notevole (sono stati misurati 270 metri a Pian della Neve nel 2016), negli ultimi anni si sta registrando anche una progressiva riduzione, pari a 10-12 metri dal 2016 ad oggi. Si segnala anche un marcato ritiro della sua fronte di oltre 2000 m negli ultimi 160 anni tanto da poter parlare, dati del Comitato Glaciologico (CGI) alla mano, di un progressivo ritiro, interrotto da blande pulsazioni positive, l’ultima durante i primi anni del 1980.
Questo, in estrema sintesi, il risultato del monitoraggio effettuato nella prima tappa della Carovana dei ghiacciai di Legambiente sui ghiacciai dell’Adamello in Lombardia. I risultati del monitoraggio sono stati presentati mercoledì mattina a Ponte di Legno nel corso di una conferenza stampa, alla quale hanno partecipato Barbara Meggetto, Presidente Legambiente Lombardia, Livio Pelamatti, Presidente circolo Vallecamonica, Marco Giardino, Segretario Comitato Glaciologico Italiano, Vanda Bonardo, Responsabile Alpi Legambiente.
“Siamo molto soddisfatti di questa prima tappa di Carovana dei Ghiacciai in Lombardia. L’interesse che abbiamo riscontrato sul campo, sul ghiacciaio dell’Adamello, ci fa sperare che si possa ancora rallentare il dato drammatico della fusione del più grande ghiacciaio d’Italia” hanno dichiarato Barbara Meggetto, presidente di Legambiente Lombardia, e Livio Pelamatti, presidente del Circolo Legambiente Vallecamonica.
Dall’osservazione svolta dalla Carovana di Legambiente si registrano nell’area del ghiacciaio affioramenti di isole rocciose che trasmettendo più calore enfatizzano così il processo di fusione glaciale. Nello stesso tempo il ghiacciaio si frammenta, come è accaduto di recente al settore di ghiacciaio accanto al rifugio Caduti dell’Adamello, il quale fino a dieci anni fa era in contatto con la massa glaciale principale e ora è staccato. Altri circhi glaciali si stanno staccando dalla massa glaciale.
Con le misure tramite paline ablatometriche (aste graduate inserite nella massa glaciale attraverso perforazioni) si osservano ovunque dati negativi che vanno da meno 0.7 metri all’anno del Pian di Neve ai meno 2, 9 metri all’anno nella lingua effluente del Mandrone, a meno 4,5 metri all’anno nella parte inferiore della stessa.
Anche nel 2019 nonostante l’innevamento di inizio estate sia stato abbondante la fine della stagione si è chiusa con un’ingente fusione di ghiaccio. Le osservazioni del 2021 mettono in luce che la neve residua è già quasi esaurita nel mese di agosto nella stazione di misura nei pressi del passo Venerocolo (3100 metri s.l.m.).
Particolarmente suggestivo e emozionante durante l’escursione verso il ghiacciaio del Presena effettuata dalla Carovana nella giornata di martedì, il Saluto al ghiacciaio in cui l’artista Paola Turroni ha letto di brani e poesie.