I sindaci di 65 Comuni bresciani, capoluogo compreso, hanno scritto al presidente Fontana per chiedere gratuità dei tamponi e maggiore diffusione dei test sierologici. Tra i firmatari ci sono anche alcuni sindaci camuni, quelli di: Berzo Inferiore, Capo di Ponte, Ceto, Cevo, Cerveno, Corteno Golgi, Darfo, Malegno, Pisogne, Sellero, Sonico e Vione.

In particolare nella lettera – inviata il 4 giugno al presidente della Regione Lombardia e all’assessore alla Sanità Giulio Gallera, ma per conoscenza anche al premier Conte, al ministro della Sanità Roberto Speranza, al presidente dell’Anci Antonio Decaro e al ministro per le Regioni Francesco Boccia – si chiede che il tampone nasofaringeo sia fornito gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, “anche laddove tale esame sia conseguente all’autonoma scelta di privati cittadini di sottoporsi a test sierologico”.

I sindaci ricordano l’importanza di individuare le persone positive, e ciò è possibile mediante l’esecuzione del tampone, e ricercare i contatti da sottoporre a test sierologico. Si sottolinea inoltre che c’è una fascia di popolazione da monitorare: quella dei lavoratori dei servizi pubblici essenziali e di tutte le categorie che svolgono lavori in condizioni di vicinanza stretta.

Essendo questa una misura di prevenzione collettiva e di sanità pubblica, fanno notare i firmatari, rientra nei Lea, i livelli essenziali di assistenza, approvati col Dpcm del 12 gennaio 2017. “Il primo dei tre grandi livelli nei quali si articolano i Lea è la Prevenzione collettiva e sanità pubblica, che comprende tutte le attività di prevenzione: in particolare nel nostro caso la sorveglianza, la prevenzione e il controllo delle malattie infettive e parassitarie, inclusi i programmi vaccinali” si legge.

“Se così è, non vi è dubbio che il servizio sanitario sia tenuto a garantire a tutti, gratuitamente o dietro pagamento di un ticket, il tampone nasofaringeo” concludono i sindaci.

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