Il Comune di Ceto sarebbe al centro di un’inchiesta avviata dalla Procura della Repubblica di Brescia su presunte irregolarità commesse nell’assegnazione di appalti.

Dalle indagini effettuate dagli agenti della Guardia di Finanza di Edolo sarebbe emerso che, una volta stabilita la data di pubblicazione di un bando, l’informazione veniva trasmessa agli imprenditori amici con largo anticipo rispetto alla pubblicazione sul sito istituzionale del Comune.

A loro volta questi chiedevano ad altri colleghi di presentare la manifestazione di interesse alla partecipazione, senza però poi presentare l’offerta. Poiché il regolamento stabilisce che vengano invitate a partecipare le prime dieci aziende che hanno presentato la manifestazione di interesse, l’adesione di concorrenti che poi non avrebbero assolutamente partecipato alla gara da una parte avrebbe favorito le solite imprese, le uniche a presentare l’offerta e a risultare vincitrici, dall’altra avrebbe impedito ad altri soggetti di rientrare nella lista dei primi dieci. Si tratta di turbativa d’asta.

A far scattare l’indagine sarebbe stata una serie di denunce inoltrate alla Procura della Repubblica. La Guardia di Finanza avrebbe effettuato perquisizioni negli uffici del Comune, acquisendo tutta la documentazione.

Al termine dell’operazione di verifica, risulterebbero indagati per turbativa d’asta e rivelazione di segreto d’ufficio il sindaco Marina Lanzetti, il responsabile dell’ufficio tecnico e otto rappresentanti di imprese con sede a Bienno, Ceto, Malonno e Sonico. Sarebbero quattro al momento gli appalti sospetti.

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