Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, il Comitato di Brescia della Croce Rossa Italiana ha avviato il progetto “Uno Scudo per la cultura”, che ha l’obiettivo di apporre su 20 beni culturali tra i più significativi delle due città gli “Scudi Blu”, simbolo di protezione dai rischi prevenibili di conflitti ed emergenze. Dopo l’attribuzione degli Scudi al Capitolium, al Museo di Santa Giulia e al Parco Nazionale delle incisioni rupestri di Naquane, a Capo di Ponte, è toccato al Museo Diocesano ricevere il sigillo.

“Questo museo – ha detto il vescovo Tremolada – è una realtà che ci sta molto a cuore e mi fa molto piacere che grazie a questa iniziativa sia stato riconosciuto come luogo da difendere e quale parte del patrimonio di questa città. In questo modo se ne evidenzia tutto il valore e si dà riscontro all’impegno portato avanti dai responsabili, che fanno in modo che l’arte che qui viene custodita sia fruibile e messa a disposizione”.

All’interno del Museo sono state inaugurate nell’occasione due targhe: quella della Sala Didattica, con la dedica al notaio Giuseppe Camadini, e quella del Salone Monumentale, con l’intitolazione al vescovo emerito Bruno Foresti.
“Ricordiamo due personalità – ha sottolineato il direttore del Museo Diocesano, Mauro Salvatore – che sono state particolarmente vicine alla nostra istituzione. Il notaio Camadini negli anni ‘70 riuscì nella complessa operazione di far acquistare alla Diocesi il terzo chiostro di San Giuseppe per farne la sede del Museo, e mons. Foresti ha voluto sostenerlo concretamente in un momento di particolare difficoltà”.

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