Il sostituto procuratore generale, davanti alla Corte d’appello, ha rinunciato al ricorso contro l’assoluzione in primo grado di Stefano Gelmi, ex sindaco di Malonno, e di Remo Fona e Morena Piloni, imprenditori, dall’accusa di corruzione.

Così come per il giudice dell’udienza preliminare, anche per lui non ci sono prove nella vicenda che ha portato, nel febbraio 2018, all’arresto dell’allora primo cittadino, accusato di aver truccato gli appalti relativi ai lavori della riqualificazione del Comune di 420mila euro, della viabilità comunale per 242mila e della ristrutturazione della biblioteca comunale per 450mila euro, affidandoli ad imprenditori amici. Gelmi era stato condannato a tre anni per turbativa d’asta, Fona a due e la Piloni era uscita assolta.

La decisione del sostituto procuratore generale conferma quanto sostenuto in precedenza, ovvero che non ci siano prove per condannare Gelmi per corruzione.

Tra gli altri imputati, Alberto Avanzini, Silvano Andreoli e Giuseppina Lanzetti, condannati in primo grado ad un anno e quattro mesi, e Pierdomenico Mora, condannato a due anni, dopo la liquidazione del danno e la revoca della costituzione delle parti civili hanno chiesto il concordato.

La rinuncia al ricorso da parte dell’accusa ha portato anche la difesa a rinunciare ai motivi di appello, di fatto senza cambiare la sentenza di primo grado. Il processo di secondo grado, che si è aperto martedì, è stato aggiornato al 25 febbraio.

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