A Cividate 4 incontri su Matteotti

A Cividate 4 incontri su Matteotti

Un seminario suddiviso in quattro incontri, quello proposto dal Circolo culturale Ghislandi per commemorare e riscoprire la figura di Giacomo Matteotti. L’iniziativa va sotto il titolo di “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai”, celebri parole di Matteotti che diventano ora il punto di partenza e il filo conduttore per approfondirne la figura e il lascito ideologico.

Tutti gli incontri si terranno presso la sede dell’archivio del Circolo in via Santo Stefano 2 a Cividate Camuno, con partenza oramai imminente. La prima data è fissata infatti per martedì 29 ottobre, alla quale faranno seguito altri 3 incontri (previo raggiungimento della soglia dei 15 partecipanti).

Il seminario si svolgerà in concomitanza con l’importante ricorrenza del centenario dalla morte di Matteotti, avvenuta il 10 giugno 1924 a Roma per mano fascista. Il 2024 vede infatti più iniziative in ricordo. Iniziative che, come ricorda Giancarlo Maculotti, sono tante ma “mai sufficienti”.

La scelta di proporre un seminario suddiviso in quattro serate nasce dal desiderio di stimolare i partecipanti all’interazione. Sia con i relatori che tra i partecipanti stessi, anche grazie ad alcuni scritti che verranno messi a disposizione con un po’ d’anticipo. Gli incontri si terrano sempre di martedì sera, presso la sede dell’archivio a Cividate, secondo questo calendario:

  • 29 ottobre, “Scelta politica e attualità”, con Giancarlo Maculotti
  • 12 novembre, “Le origini e la famiglia”, con Marcello Liboni
  • 19 novembre, “Matteotti e Mussolini”, con Mimmo Franzinelli
  • 26 novembre, “Il pamphlet di Gobetti – Le lettere a Velia” con Paola Trotti e Caterina Volpi.

La figura di Matteotti verrà approfondita sotto diversi aspetti. A cominciare dalla scelta politica e dall’attualità della sua proposta (con riferimento al testo di Antonio Funiciello “Tempesta. La vita – e non la morte – di Giacomo Matteotti”), passando poi alle origini della persona con la storia della famiglia.

Sarà quindi la volta dello storico Franzinelli, che proprio quest’anno ha dato alle stampe per Mondadori il saggio “Matteotti e Mussolini”. Infine, si analizzeranno due fonti coeve ala vita del deputato: il pamphlet dedicatogli da Gobetti e le lettere all’amatissima moglie Velia.

Per partecipare al seminario “Uccidete pure me, ma l’idea che è in me non l’ucciderete mai” ci si può iscrivere contattando il Circolo Culturale Ghislandi. I soci hanno diritto alla partecipazione gratuita. Per quanti si iscrivono agli incontri, la quota potrà essere utilizzata per avere la tessera dell’anno 2025, a discrezione dei partecipanti.

Per maggiori informazioni:

www.circologhislandi.net

circologhislandi@gmail.com

pagina Facebook: Circolo culturale Guglielmo Ghislandi

Circolo Culturale Ghislandi, via S. Stefano 2, Cividate Camuno (nei locali sottostanti la scuola primaria).

Berzo Demo: l’area industriale di Forno Allione intitolata a Tullio Inusti

Berzo Demo: l’area industriale di Forno Allione intitolata a Tullio Inusti

Figura di spicco della comunità di Berzo Demo scomparsa ormai da qualche anno, Tullio Inusti è stato al centro di una commemorazione pubblica, aperta a tutta la cittadinanza.

La celebrazione si è tenuta nella mattinata di sabato 26 ottobre, presso l’area detta del “PIP”, in via Enrico Mattei. Ora l’area industriale di Forno Allione è così dedicata alla memoria di quest’importante imprenditore, come testimonia la targa affissa per l’occasione. Una decisione presa di comune accordo con le figlie.

Ai nostri microfoni il Sindaco di Berzo Demo, Giambattista Bernardi, racconta le motivazioni:

intervista a Giambattista Bernardi

Ricordando Inusti, Bernardi ha voluto sottolineare anche la capacità di quest’imprenditore di “portare tantissimo lavoro in Valle Camonica e di intuire le necessità del suo periodo storico”.

Il riferimento va al settore dell’automotive, dove le sue scelte imprenditoriali hanno dato lavoro a oltre 200 persone. “E con questo lavoro creare un indotto non solo per Berzo Demo, ma per tutta la Valle Camonica, aiutando così tutte le famiglie della zona”, continua Bernardi, precisando che “creare ricchezza significa anche creare lavoro”.

Ma la persona di Tullio Inusti, scomparso nel 2022 a 82 anni, è rimasta nel cuore non solo per la propensione a creare lavoro, quanto anche per la visione che lo portava a investire sui suoi operai.

Come trame di un canto: 4 appuntamenti sulle fragilità

Come trame di un canto: 4 appuntamenti sulle fragilità

Presentata mercoledì 23 ottobre in conferenza stampa a Breno, la rassegna “Come trame di un canto. Raccontare le fragilità”, che su novembre e dicembre propone 4 appuntamenti dedicati, appunto, alle fragilità. Nato da un’idea dell’Auser Camuno-Sebino, il festival propone eventi culturali per parlare delle necessità del sociale in Valle Camonica.

L’iniziativa prende il nome dal celebre verso del brano “La cura” di Battiato e si sviluppa attorno all’espressione “fare rete”: sia dal basso che in ambito di governance territoriale. Due gli Assessorati di Comunità Montana coinvolti: alle Politiche Sociali con Mirco Pendoli e alla Cultura con Priscilla Ziliani.

breve estratto dall’intervista a Simona Ferrarini
Ass, Pendoli, Ass. Ziliani

Si punteranno i riflettori su limiti e diverse abilità in termini fisici e mentali. 4 opportunità per crescere nella consapevolezza, abbattendo i muri dell’indifferenza e della solitudine che spesso affliggono le famiglie dei portatori di fragilità.

Gli ospiti coinvolti porteranno testimonianze forti e rappresentano nomi di spicco e grandi firme di più settori: sport, scienza e cultura in senso ampio. Per emozionarsi e ragionare insieme di traguardi paraolimpici, salute mentale, autismo e terza età.

Il calendario prevede incontri serali, tutti gratuiti e tutti con inizio alle ore 20:30:

  • giovedì 7 novembre, Centro Congressi di Darfo B.T. – “Una scintilla, tante scie. Storie di vita sorprendenti”. Gli atleti paralimpici Santina Pertesana (tiro con l’arco), Davide Bendotti (sci alpino), Giuseppe Romele (sci nordico), Cristian Toninelli (sci nordico) in dialogo con Claudio Arrigoni, del Corriere della Sera;
  • giovedì 21 novembre, Centro Congressi di Darfo B.T. – “La libertà necessaria. Franco Basaglia ieri e oggi”, con la figlia Alberta Basaglia e lo scrittore Alberto Rollo;
  • venerdì 6 dicembre, Teatro delle Ali di Breno – “La città autistica, fra bisogni e immaginazione”, con Alberto Vanolo (prof. Di Geografia politica ed economica) in dialogo con Enrico Valtellina;
  • martedì 10 dicembre, Cinema Teatro Giardino di Breno – “Il tempo senza età. Vivere a lungo felici e in salute”, con Silvio Garattini, medico e farmacologo di fama internazionale.
La locandina della rassegna

Fil rouge della rassegna: il desiderio di sensibilizzare il pubblico. Come ha ricordato Sergio Bonomelli (settore Cultura dell’Auser Camuno Sebino), il volontariato verso le fragilità si riallaccia al discorso sulla cittadinanza attiva, così come alla tutela dei diritti di tutti.

La scelta di mettere in campo un progetto culturale risponde quindi all’esigenza di diffondere conoscenza su bisogni e risposte in essere sul territorio della valle. Alle serate parteciperanno anche gli erogatori di servizi sanitari e sociali, illustrando le proprie attività ai cittadini.

“Come trame di un canto. Raccontare le fragilità” nasce da un’intuizione dell’Auser Camuno-Sebino e si sviluppa con la Comunità Montana e l’ASST della Valcamonica. Sono coinvolti inoltre: Azienda Territoriale per i Servizi alla Persona di Valle Camonica, Assemblea dei Sindaci, Comune di Breno, Comune di Darfo Boario Terme, ATEA delle Rsa Camune, SolCo Camunia, Forum del Terzo Settore, ANFFAS, Centro Alzheimer Camuno Sebino, Alleanza per la Salute Mentale, Polisportiva disabili Vallecamonica, Comitato A.N.D.O.S. Valle Camonica – Sebino, AIDO di Valle Camonica.

Stefano Malosso

Durante la puntata di VocePRESENTE di venerdì primo novembre, ore 10:05, manderemo in onda le interviste a Mirco Pendoli (Assessore alle Politiche Sociali della Comunità Montana di Valle Camonica), Priscilla Ziliani (Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica), Stefano Malosso (Direttore artistico della rassegna), Giuseppina Barcellini (Direttore del Distretto Valle Camonica – Sebino, di ASST della Valcamonica), Sergio Bonomelli (Auser Camuno-Sebino), Simona Ferrarini (che insieme a Doralice Piccinelli ha lavorato alla costruzione della rete) e Simona Cassarino (Presidente di OltreConfine Associazione).

L’intelligenza artificiale in dialogo con Jan Nava

L’intelligenza artificiale in dialogo con Jan Nava

Da un paio d’anni è sulla bocca di tutti e non smette di generare, insieme, paure e speranze. Parliamo dell’AI, l’intelligenza artificiale, argomento al centro dell’evento con Jan Nava di venerdì 18 ottobre presso Casa Panzerini a Cedegolo. Presenti in sala circa sessanta persone. Il commento di Nava, esperto di mondo digitale, sulla serata:

breve estratto dall’intervista a Jan Nava

Un tema caldo, che comincia ad attirare l’attenzione di un pubblico di tutte le età; anche di quella generazione che in gergo comunicativo va sotto l’etichetta di “boomer”. Nel corso dell’evento sono emersi i principali punti che destano preoccupazione oggi: in parte esplorati da Nava nel suo talk, in parte sollevati dal pubblico.

Jan Nava

In primis il fenomeno del deep fake, ossia della generazione di fake news, che portano al rischio concreto della disinformazione. Ma anche l’impatto che questa tecnologia avrà sul mercato del lavoro, sui diritti legati alla proprietà intellettuale e sullo sfruttamento delle risorse ambientali.

L’intelligenza artificiale è fortemente energivora, tanto che per il futuro si ragiona di installare i server nei pressi di centrali nucleari – di modo che non si corrano rischi di interruzioni all’alimentazione – o sui fondali marini (per abbattere le temperature generate nel processo di elaborazione dati).

Due le domande che hanno fatto da fil rouge di tutto l’incontro: cosa può fare l’intelligenza artificiale per noi e – forse meno scontato – cosa ne sarà di noi di fronte all’avanzare del suo sviluppo.

Partiamo dall’inizio: l’intelligenza artificiale è un ramo dell’informatica che va a creare dei programmi tali da simulare il cervello umano.

Jan Nava con il Sindaco di Cedegolo e Francesca Ramponi

Una tecnologia che è ancora agli albori. Ci troviamo infatti nella fase in cui abbiamo tutti avuto modo di testare l’utilità almeno dell’intelligenza artificiale detta “debole”.

Pensiamo al servizio clienti automatizzato, alle chatbox con cui c’interfacciamo e anche agli algoritmi che ci suggeriscono – sulla base di nostre scelte pregresse – quali canzoni ascoltare o serie TV guardare.

Ad attirare la nostra attenzione ora è l’intelligenza artificiale “generativa”. Quella che, fornitole una richiesta specifica (detta “prompt”), genera immagini, testi, video, musica e così via.

Ci troviamo agli inizi di un percorso che con buone probabilità ci porterà ad integrare, nelle nostre vite, forme di intelligenza artificiale “forte” (autonoma) e – forse – di “super intelligenza” (con capacità superiori a quelle dell’essere umano). Il processo di sviluppo è estremamente rapido: gli aggiornamenti si susseguono molto velocemente.

Jan Nava

L’intelligenza artificiale è un po’ come un parente scomodo”, commenta Navaa un certo punto salta fuori”. Ma se salta fuori è anche perché può esserci estremamente utile. Ad esempio, nel dedicare molto meno tempo ad organizzare e programmare le nostre attività. Un ambito d’applicazione su tutti: il settore scolastico, che può notevolmente giovarne nella stesura di programmi e orari.

Dall’altro lato, diverse figure professionali presto si troveranno a fare i conti con il rischio di essere sostituite da sistemi automatizzati. Più rapidi, meno costosi. Pensiamo alle categorie tecniche che negli ultimi anni hanno riscontrato un forte incremento occupazionale.

Jan Nava con Francesca Ramponi

Qualche consiglio pratico per evitare di cadere nel distopico: imparare ad utilizzare questi strumenti in modo intelligente; fare le domande giuste per generare risposte davvero utili e pertinenti; imparare a scremare i risultati alzando la nostra soglia critica.

E soprattutto, tornare ad innamorarci del fattore umano. Della capacità che solo le persone hanno di relazionarsi e sviluppare le cosiddette soft skill dell’intelligenza emotiva. Empatia, creatività, capacità di discernimento. Studio della filosofia e delle materie davvero umanistiche.

Com’è umano lei: forse un giorno non sarà più una battuta fantozziana, ma una virtù sempre più richiesta nel mondo che stiamo sviluppando.

D’intelligenza artificiale e del programma culturale di Casa Panzerini continueremo a parlare venerdì 25 ottobre. Durante la puntata di VocePRESENTE in onda alle 10:05 ascolteremo le interviste a Francesca Ramponi (Presidente dell’Associazione Culturale Casa Panzerini) e Jan Nava. Dopo la messa in onda, la puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione.

Secchi, Majori e Zorzini da sold out con Montagne al Cinema

Secchi, Majori e Zorzini da sold out con Montagne al Cinema

Si è aperta con il sold out la prima serata di Montagne al Cinema, rassegna che da 18 anni porta al Garden di Darfo alpinisti di tutto rilievo e le loro storie. Giovedì 10 ottobre, le immagini mozzafiato di Ettore Zorzini (fotografo, videomaker e dronista) sono state parte integrante del racconto dell’ascesa al K2 dei valtellinesi Federico Secchi e Marco Majori.

K2 – SKI IN THE SKY” è stata una serata all’insegna dei valori di amicizia, umanità e del coraggio della rinuncia. Sull’importanza del saper rinunciare si è espresso anche Antonio Montani, Presidente generale del Club alpino italiano:

Breve estratto dall’intervista a Montani
Antonio Montani con Gio Moscardi

La storia è semplice e profonda insieme. Per il 70esimo dalla prima salita italiana sul K2 (portata a termine da Achille Compagnoni e Lino Lacedelli), Secchi propone all’amico Majori di risalire la montagna in alpinistica, niente bombole d’ossigeno né portatori, e di ridiscenderne il versante con gli sci ai piedi. Il tutto, documentato dal camuno Zorzini.

Oltre che dall’amicizia, Secchi e Majori sono uniti dall’amore per la montagna e dalla competenza tecnica che questa richiede. Tutti e due guide alpine, il primo è maestro di sci, il secondo alpinista della sezione militare alta montagna del Centro Sportivo Esercito.

Il 29 luglio, Secchi raggiunge la vetta. È solo, Majori si è fermato circa duecento metri sotto, con nelle orecchie il monito che arriva via radio dal campo base, che monitora la spedizione grazie al drone: “Se continui così, muori”. Soli 30 metri in un’ora, le forze allo stremo, l’altitudine che causa sonnolenza. Rientra.

Nei 25 minuti di solitudine sulla seconda vetta più alta al mondo, Secchi si guarda attorno. Solo il giorno prima lassù c’era un’altra spedizione. Ora la montagna è tutta per lui. Appende il gagliardetto del CAI Valfurva, pensa al rientro.

Un rientro da compiersi con cautela e in più tappe. La nebbia si alza e confonde i contorni. Con un volo di dieci metri, Majori cade in un crepaccio e si rompe la spalla. Ne esce con la forza dell’istinto, vivendo quella che lui stesso definisce un’esperienza premorte.

Il campo base è allertato. I due amici si ritrovano e tutti si mobilitano: arrivano due alpinisti francesi, partono le ragazze della spedizione femminile (con Mingolla e Loreggian si è condivisa la prima parte dell’ascesa). Infine, il rientro con volo in elicottero.

Una storia suddivisa per capitoli restituiti sullo schermo dal lavoro di Zorzini. Il volo del drone ha permesso di arrivare anche dove le comunicazioni radio non erano ottimali, permettendo di mantenere un occhio su ascesa, discesa e operazioni di soccorso.

Le immagini, spettacolari, restituiscono anche il sogno di Zorzini, il suo “goal personale”: volare con il drone sopra la cima del K2. A queste, si sommano le immagini del Baltoro (la più grande riserva d’acqua dolce dopo i poli), e una fotografia più unica che rara del Circolo Concordia.

Le riprese raccontano anche il percorso di avvicinamento e quello dell’estenuante attesa, quando per due settimane il tempo non concedeva finestre plausibili per tentare la risalita.

L’approvvigionamento energetico della spedizione si è basato su pannelli solari, che hanno fatto del campo base una realtà green, con tanto di stazione meteo per le rilevazioni scientifiche.

Il K2 si trova sul confine tra Cina e Pakistan. Quest’anno in cima sono arrivate un totale di 40 persone, di cui solo 6 senza bombole d’ossigeno. Tra queste, c’è Federico Secchi.

Il messaggio più importante dalle parole di Marco Majori: “l’umanità e solidarietà dimostrata, da parte dei francesi e delle nostre compagne di squadra. C’è chi è partito di notte per dare una mano… Non mi aspettavo tutto questo. È la cosa più bella che mi porto a casa da questa spedizione.”

Montagne al Cinema prosegue ora con i prossimi appuntamenti a calendario:

17 ottobre – “Si vince o si perde insieme”, con Nives Meroi

24 ottobre – “I limiti sono nella nostra mente”, con Andrea Lanfri

31 ottobre – “Amore per la velocità”, con Dani Arnold.

Per restare aggiornati sulla rassegna:

pagina Facebook Montagne al Cinema

profilo Instagram montagne_al_cinema_garden

Montagne al Cinema è un evento organizzato con il sostegno del Comune di Darfo e della Comunità Montana di Valle Camonica, e con quello di Adamello Centro Commerciale, Aglio e Oglio Ristoranti e Catering, AT Group, Comisa, Du.Eco Servizi Ecologici, Faletti Mountain Store, Fardelli Ernesto Idrotermosanitari, Mondoclima, Nodari Ottica e Oreficeria, Pagina Autodemolizioni.

Durante la puntata di VocePRESENTE in onda venerdì 18 ottobre alle ore 10:05, trasmetteremo le interviste ad Antonio Montani (Presidente generale del Club alpino italiano), Franco Capitanio (Consigliere centrale e Coordinatore della Conferenza stabile del CAI di Valle Camonica), Ettore Zorzini, Federico Secchi e Marco Majori.