Dall’autopsia eseguita lunedì pomeriggio a Milano sul cadavere recuperato nella Ford Fiesta ripescata il 5 settembre scorso dal Sebino a Tavernola non sarebbero emerse tracce evidenti di violenza, oppure dettagli che possano chiarire le cause della morte.
Il cattivo stato di conservazione del corpo – rimasto in acqua 15 anni – non ha permesso di ottenere ulteriori risposte. Per avere un quadro completo serviranno ancora diversi giorni di esami e accertamenti.
L’esame autoptico è stato eseguito dalla dottoressa Cristina Cattaneo all’Istituto di medicina legale di Milano. Sono stati effettuati dei prelievi di campione dei tessuti, alcuni dei quali serviranno per il confronto del Dna. L’analisi dovrà confermare o meno se il corpo appartiene a Rosario Tilotta, l’intestatario della vettura recuperata dai carabinieri e del quale non si avevano più notizie dal 2004, quando sparì di casa a Scanzorosciate.
Sua moglie, di origini albanesi, ha incaricato, tramite il suo legale, un perito che ha preso parte all’autopsia, trattandosi di un esame irripetibile. L’eventuale rientro della donna in Italia avverrà quando si avrà la certezza che il corpo rinvenuto sui fondali del Sebino apparteneva a Rosario Tilotta.