La disperazione di fronte al dolore del proprio figlio, malato di tumore, li aveva spinti a fidarsi anche di chi, invece, li stava ingannando. Così i carabinieri di Breno, martedì, hanno dato esecuzione all’ordinanza di arresti domiciliari emessa dal Gip di Brescia per tre persone, ritenute a vario titolo presunti responsabili di tentata estorsione, sostituzione di persona, esercizio abusivo di una professione, truffa e lesioni personali.

Un’ordinanza a cui si è giunti dopo le indagini condotte dalle Forze dell’ordine, che hanno a loro volta fatto seguito a una denuncia presentata da una coppia. Questa si era lasciata convincere che il proprio figlio di due anni, affetto da tumore, poteva essere curato senza le cure tradizionali, ma intraprendendo una presunta terapia sperimentale, effettuata a distanza e tramite un’apparecchiatura “Scio” situata negli Stati Uniti e basta sulla fisica quantistica e sull’uso dei campi magnetici.

I genitori si sono affidati a questa fantomatica terapia tra giugno e novembre dell’anno scorso, senza però ottenere miglioramenti delle condizioni di salute del figlio ma anzi, constatandone un peggioramento. Da qui è scattata la denuncia e le successive indagini, che hanno portato ai domiciliari S. D., 40enne di Bologna; F. P., 39enne di Terni e Y. T., 46enne di Ferrara.

Il caso era anche finito in tv, al centro di una delle inchieste di Striscia la Notizia. Proprio dopo la messa inonda, secondo il Gip, S. D. avrebbe anche commesso il reato di estorsione (anche se arrestatosi alla fase del tentativo), chiedendo alla famiglia del bambino di ritrattare tutto.

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