La Procura di Brescia ha iscritto otto persone nel registro degli indagati per i nuovi casi di inquinamento ambientale alla Caffaro. L’ipotesi di reato è inquinamento ambientale e gestione non autorizzata dei rifiuti.

Le indagini riguardano le perdite di cromo da quattro cisterne di cemento e le fuoriuscite di mercurio nell’ex capannone per la lavorazione del cloro soda.

Nella lista degli indagati figurano: Roberto Moreni, commissario straordinario del sito d’interesse nazionale, Marco Cappelletto, commissario liquidatore Snia Caffaro, Fabrizio Pea, liquidatore nella prima amministrazione straordinaria, e Alfiero Marinelli, delegato per l’ambiente e la sicurezza.

Per la vicenda del cromo esavalente sono stati iscritti i vertici di Caffaro Brescia: Donato Todisco, proprietario di Caffaro Brescia, l’ad Alessandro Quadrelli, il direttore generale Alessandro Francesconi e il direttore dello stabilimento di via Milano Vitantonio Balacco.

L’iscrizione delle 8 persone è un atto dovuto della Procura per permettere nuovi accertamenti irripetibili, come i carotaggi per verificare l’eventuale presenza di inquinanti a 25 metri di profondità.

Sugli ultimi sviluppi giudiziari è intervenuto ieri il ministro dell’Ambiente Sergio Costa che in una nota ha dichiarato: “Le notizie che arrivano dalla procura di Brescia sono allarmanti. Sono fiducioso nell’azione della magistratura e, se le accuse dovessero essere confermate, non ci saranno sconti per chi ha avvelenato il territorio minando il futuro di migliaia di persone. Brescia è una ferita aperta per tutta l’Italia e la bonifica non può più aspettare”.

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