Domani 18 settembre l’apertura della caccia per migliaia di appassionati bresciani e camuni. Sarà possibile cacciare la starna, la pernice rossa, la lepre, il coniglio selvatico, la minilepre, il fagiano, il merlo, la volpe e il colombaccio.
Bisognerà invece attendere fino al 1° ottobre prossimo per alcune specie come: beccaccino, frullino, gallinella d’acqua, folaga, porciglione, germano reale, alzavola, codone, fischione, mestolone, marzaiola, canapiglia, tordo bottaccio e beccaccia. Lo ha stabilito il 9 settembre scorso un’ordinanza dei giudici amministrativi.
Quest’anno dunque si prevede un avvio non senza qualche polemica a causa di un ricorso della Lac accolto dal Tar che modifica il calendario proposto dalla Regione. Per la beccaccia, inoltre, specie in forte declino, è stato fissato un carniere massimo stagionale per ciascun cacciatore pari a 20 capi.
In provincia di Brescia il numero di cacciatori ormai sfiora le 20mila unità, una cifra costante ma comunque lontana dalle 30mila doppiette bresciane che solamente dieci anni fa praticavano la caccia. Numeri alla mano, la regione Lombardia resta al momento la seconda italiana per numero di cacciatori con licenza, circa 67mila.