Non c’è solo la sanità camuna a vivere in questi giorni momenti di incertezza, con la vicenda legata al reparto di Medicina dell’ospedale di Edolo a tenere banco: anche la sanità bergamasca sta infatti attraversando delle giornate che dir movimentate è poco, tra notizie e smentite di quest’ultime.
Tutto risale ad una decina di giorni fa, quando era giunta la notizia che dal mese di giugno venti dei ventisette ambulatori di continuità assistenziale -vale a dire le vecchie Guardie mediche- sarebbero stati chiusi temporaneamente.
Tra questi, anche i presidi di Vilminore di Scalve, Lovere e Sarnico. Un annuncio che aveva destato scalpore sia tra gli addetti ai lavori che tra i residenti dei Comuni interessati alla chiusura, alla luce anche dell’imminente periodo estivo e dell’aumento di turisti sul territorio.
Nei giorni scorsi, però, c’è stato il dietrofront di Ats Bergamo, che ha garantito l’apertura di tutte le ventisette sedi. Resta, ad ogni modo, l’incertezza: Ats ha sì garantito la disponibilità di 65 medici a tenere aperte le sedi (numero che potrebbe aumentare nei prossimi giorni), ma non precisa quanti siano già stati contrattualizzati e dunque operativi da questo fine settimana. Inoltre, l’Azienda precisa che ogni medico dovrà occuparsi di due sedi, ma secondo Massimo Giupponi, Direttore Generale di Ats Bergamo, entro la prossima settimana il quadro sarà definito e completo.
Una versione che non convince i diretti interessati, i medici, che in una lettera aperta hanno sottolineato che secondo i Livelli Essenziali di Assistenza dovrebbe essere garantito un medico ogni 5mila abitanti e quindi, nella Bergamasca, servirebbero circa 200 medici, numero ben lontano dai 65 ad oggi annunciati. Sempre secondo i medici, infine, i presidi effettivamente aperti sarebbero solo tre, quelli di Grumello, Sarnico e Trescore.