A tre mesi e mezzo dal ritrovamento del suo corpo, resta ancora il mistero su come sia morta Laura Ziliani, l’ex vigilessa di Temù scomparsa a maggio e ritrovata l’8 agosto scorso senza vita. Silvia e Paola Zani, figlie della donna, e Mirto Milani, compagno della maggiore, restano in carcere, accusati di omicidio volontario ed occultamento di cadavere.
Resta però ancora da chiarire la causa della morte della donna, un mistero che resterà tale ancora per almeno un mese: l’equipe medica guidata dal Dottor Andrea Verzeletti ha chiesto infatti alla Procura una proroga per il deposito della relazione finale sugli accertamenti medici sul corpo della vittima, che quindi dovrebbe essere consegnata a cavallo tra la fine dell’anno e l’inizio di quello nuovo.
Durante l’autopsia sono state ritrovate nel suo organismo tracce di benzodiazepine (con azione ansiolitica ed ipnoconduttrice), ritenute però non sufficienti a giustificarne il decesso; il medico della donna, però, ha dichiarato di non averle mai prescritto psicofarmaci o ipnotici.
La mancanza di segni di violenza sul corpo hanno spinto gli inquirenti a pensare all’ipotesi del soffocamento. Ma, per ora, di ipotesi si tratta: al lavoro, da una parte, i medici nominati dal pubblico ministero, e dall’altra i consulenti della difesa e delle parti civili. Anche le loro conclusioni saranno depositate verso la fine dell’anno.