Nella mattinata di martedì i carabinieri della Scientifica sono tornati a Temù, in via Ballardini, nell’abitazione di Laura Ziliani, l’ex vigilessa del paese di cui non si hanno notizie dall’8 maggio scorso. Scopo del nuovo sopralluogo era trovare nuovi elementi utili all’indagine in cui sono coinvolte due delle tre figlie della donna ed il compagno della maggiore, indagate per omicidio volontario ed occultamento di cadavere.

Insieme ad un muratore i militari hanno abbattuto un pezzo di muro del garage ed effettuato ulteriori rilievi fotografici: un’operazione che è durata fino all’ora di pranzo e che non ha mancato di far chiacchierare il paese che da quasi tre mesi è al centro della cronaca locale e non solo.

Le indagini si stanno svolgendo nel più stretto riserbo, ma secondo il Giornale di Brescia non sarebbero stati raccolti nuovi elementi utile a dare una svolta al lavoro degli inquirenti. Un lavoro che sta cercando di fare chiarezza sulla vicenda, dopo che le versioni raccontate dalle due figlie indagate hanno mostrato delle incongruenze.

Tra queste, il fatto che una delle due avrebbe dichiarato di aver visto la madre al telefono la mattina della scomparsa, sebbene questo non avrebbe generato traffico dalla sera precedente; a rendere le cose ancora più complicate anche il fatto che di Ziliani non ci sono immagini nelle riprese delle telecamere di sorveglianza del paese nelle ore in cui sarebbe uscita per fare un’escursione, così come che non indossasse l’orologio Gps che portava sempre con sé.

Neanche il ritrovamento di una scarpa nei pressi della ciclabile due settimane dopo la sparizione ha convinto gli inquirenti che, per questo, continuano a setacciare più piste, sperando di scoprire finalmente cosa sia accaduto.

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