Sabato 30 novembre, presso il Palazzo della Cultura a Breno, si è tenuto l’evento “Il Tocco Camuno”, cerimonia di premiazione delle tesi sulla Valle Camonica. Otto i lavori presentati da un totale di 5 giovani dottoresse e 3 giovani dottori.
Tanti e molto vari gli argomenti, tutti occasione di riflessioni utili per comprendere meglio il panorama della valle. Ogni neolaureata e neolaureato ha avuto a disposizione una decina di minuti per esporre l’elaborato.
Turismo di prossimità, musei, idrogeno, riappropriazione comunitaria, archeologia, dissesto idrogeologico, monitoraggio precipitazioni, narrazioni contemporanee di antiche storie e comunità.
Diversi i corsi di laurea e gli Atenei di provenienza: Università cattolica del Sacro Cuore di Brescia, Libera Università di Bolzano, Università degli Studi di Brescia, Università degli Studi di Milano, Università degli Studi di Bergamo e Accademia di Belle Arti di Brera.
Priscilla Ziliani, Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica, ha rimarcato come anche queste tesi rientrino nell’impegno che tutti siamo chiamati a compiere, nel piccolo e nel quotidiano, per mettere in risalto il bello del nostro territorio.
Affinché venga apprezzato e ammirato anche fuori, senza bisogno di ricercare il cosiddetto “effetto wow”. Ai premiati, ha ricordato la celebre citazione “stay hungry, stay foolish”, che ci sprona a mantenere la passione per costruire i nostri sogni.
Dottori e Dottoresse hanno ricevuto in premio 300 euro a testa e la collana con tutti i volumi dell’opera “Storia dell’arte in Valle Camonica”. La Prof.ssa Simona Ferrarini, particolarmente colpita dai lavori raccolti, ha introdotto al pubblico ogni tesi.
Barbara Marioli, Scienze della formazione primaria – UNIVERSITÀ CATTOLICA DEL SACRO CUORE di BRESCIA. Tesi: PATRIMONIO CULTURALE E DIDATTICA DEL TERRITORIO. UN PROGETTO PER IL SISTEMA DEI MUSEI IN VALLE CAMONICA
Marioli, di Esine, ha approfondito il tema del patrimonio museale, includendo nell’analisi anche il Distretto culturale e il coinvolgimento dei bambini. A ogni museo del sistema ha dedicato una scheda, per crearne una sorta di mini-guida. L’analisi ha messo in luce anche come le strutture museali si integrino con il territorio.
Francesco Ferrero, Design e Art – LIBERA UNIVERSITÀ DI BOLZANO. Tesi: POSTE ALPE – FUTURING ALPINE CRAFTS AS A CATALYST FOR EXPLORING ALTERNATIVE NARRATIVES
Ferrero viene da Torino e si è avvicinato alla Valle Camonica grazie a Ca’Mon, a Monno. Il progetto al centro della tesi, “Poste Alpe”, è un tentativo di riconnettere la comunità con le pratiche artigianali in un’ottica di riappropriazione collettiva in una realtà più varia e contemporanea. Il focus era sulla riattivazione dello spazio pubblico, sia per le scuole che per la comunità tutta.
Matteo Benetti, Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: ANALISI GRANULOMETRICA SUPERFICIALE DEL TORRENTE BLÈ MEDIANTE IMMAGINI AD ALTA RISOLUZIONE OTTENUTA DA DRONE
Benetti, di Botticino, ha affrontato il tema della geomorfologia dei bacini montani concentrandosi in particolare sul Torrente Blè – tra Ono San Pietro e Cerveno – e la Valle Rabbia a Sonico. La sua analisi è stata portata avanti anche grazie all’ausilio di fotografie scattate da drone e di algoritmi per la rielaborazione dei dati. Ha indagato quale sarebbe l’entità di una possibile colata detritica che potrebbe svilupparsi a seguito di precipitazioni abbondanti.
Silvia Corbetta, Archeologia – UNIVERSITA’ DEGLI STUDI DI MILANO. Tesi: UNA NUOVA AREA FUNERARIA DELL’ETÀ DEL RAME A BRENO, VALCAMONICA, ANALISI TIPO-TECNOLOGICA DEGLI ORNAMENTI
Corbetta, brianzola di Seregno, si è concentrata sull’analisi archeologica dell’area venuta alla luce con gli scavi in Piazza Generale Ronchi a Breno. Un intervento che ha lavorato anche nella direzione di dare un volto alle popolazioni antiche dei corpi inumati, tracciando anche un’analisi del sacro. I resti dei manufatti rinvenuti testimoniano il notevole livello di precisione, anche su vaghi di dimensioni millimetriche.
Matteo Mercanti, Ingegneria Meccanica – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: HYDROGEN VALLEY IN VALLE CAMONICA: ANALISI DELLA PRODUZIONE ED UTILIZZO DI IDROGENO VERDE PER IL TRASPORTO FERROVIARIO
Mercanti, di Capo di Ponte, ha concentrato le ricerche sui treni alimentati a idrogeno, tema quanto mai attuale. La sua analisi tecnica ed economica si è focalizzata su un impianto di produzione di idrogeno verde in Valle Camonica, all’interno della cornice progettuale di H2IseO e mira a comprendere il fabbisogno energetico dell’impianto, il consumo d’acqua e la possibilità di sfruttare fonti energetiche rinnovabili prodotte direttamente sul territorio.
Chiara Marmaglio, Ingegneria per l’Ambiente e il Territorio – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BRESCIA. Tesi: MONITORAGGIO MULTI-SENSORE DELLA SOLLECITAZIONE IDROMETEREOLOGICA NELLE COLATE DETRITICHE IN VALLE CAMONICA E IN VAL DI SOLE (2012-2023)
Marmaglio, da qualche anno residente a Sonico, ha mostrato l’importanza di creare una rete pluviometrica locale di radar e stazioni funzionanti per garantire l’accuratezza della previsione. Uno strumento da solo non basta, vanno messi in rete tra loro in modo funzionale, al fine di ridurre il rischio per persone e infrastrutture.
Beatrice Merzi, Planning and Management of Tourism Systems – UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI BERGAMO. Tesi: PROXIMY TOURISM IN CAMONICA VALLEY: ANALYSIS AND LOYALTY PERSPECTIVES
Merzi, di Erbanno, ha indagato l’importanza delle seconde case per il turismo di prossimità in Valle Camonica, con una ricerca di tipo quantitativo e qualitativo. Nel post pandemia i numeri dei turisti in valle sono tornati a crescere, anche se si riscontra un calo proporzionale delle affluenze estere. Grossa invece è la fetta dei turisti lombardi. Numeri che possono crescere ulteriormente con alcuni accorgimenti quali la proposta esperienziale, lo sviluppo della rete di trasporto fissa, misure per incrementare la sostenibilità ambientale e lo slow tourism.
Giorgia Motta, Arti Multimediali Del Cinema e del Video, ACCADEMIA DI BELLE ARTI DI BRERA. Tesi: LA BÒTA DÈ LÒH
A causa di un imprevisto la Dott.ssa Motta, della Basilicata, non era presente alla cerimonia. In sua vece, il premio è stato ritirato dal Sindaco di Lozio, Natale Gemmi. L’elaborato consiste in un filmato di 9 minuti sulle storie del paese di Lozio, con un taglio poetico ed emozionante e un’attenzione per i dettagli. Motta ha conosciuto il paese grazie al progetto di residenze artistiche Falìa e ha assicurato che farà il possibile per tornare in valle.
Visto l’impiego della lingua inglese per la redazione di alcuni elaborati, dal pubblico è arrivata la proposta di restituire le tesi anche in una traduzione in italiano. Un aspetto ben accolto dai neodottori che hanno sottolineato come, in questo modo, si permetta alla ricerca di “tornare a casa”, con una fruizione agevolata per la valle.
I lavori sono infatti consultabili da tutti, essendo entrati ora a far parte del Fondo Tesi. Il fondo raccoglie le tesi di laurea di argomento camuno premiate ogni anno dalla Comunità Montana e dal Consorzio Comuni BIM di Valle Camonica.
Al racconto dell’evento Il Tocco Camuno dedicheremo una puntata di VocePRESENTE, in onda alle ore 10:05 di venerdì 13 dicembre. Ascolteremo le testimonianze delle neolaureate e dei neolaureati premiati. La puntata si potrà poi riascoltare dal sito di Radio Voce Camuna, alla pagina dedicata alla trasmissione.
Sabato 30 novembre presso una gremita Sala consiliare, la comunità di Malegno ha assegnato la ventesima edizione del Premio Mites Terram Possident ad Antigone, associazione che dal 1991 lotta per il rispetto dei diritti e della dignità dei detenuti.
La serata si è aperta con la musica del Take the four jazz quartet, composto da studenti del liceo musicale che hanno allietato l’evento con più interventi.
Dario Pezzoni ha esordito l’incontro ricordando come, dal 2005, ad oggi il Premio venga assegnato a chi si è contraddistinto per opere di pace, solidarietà e bontà a livello locale e nazionale. Organizzato dal Comune di Malegno e dalla Parrocchia di S. Andrea Apostolo, il Mites gode del supporto della Comunità Montana di Valle Camonica e del BIM.
Priscilla Ziliani, Assessore alla Cultura della Comunità Montana di Valle Camonica, ha ricordato che non dobbiamo dimenticare chi ha lottato per permetterci di vivere nella pace. Il riferimento è andato agli articoli 11 e 2 (solidarietà) della Costituzione.
“La mitezza come valore evangelico è trasversale: dobbiamo ragionare sulla mitezza come qualcosa che ci accomuna e che, con l’umiltà, dovrebbe farci vivere meglio tutti” ha commentato il parroco, Don Giuseppe Stefini.
Il momento della premiazione si contraddistingue per essere anche un’occasione di riflessione collettiva. È stato mostrato un video del 2006, dove l’allora Sindaco Ales Domenighini spiegava il perché del Premio, auspicando con fiducia che potesse diventare una tradizione.
Il compianto Domenighini – insignito qualche anno fa a sua volta della dicitura “uomo di pace” – sottolineava il legame tra il Premio e lo stemma di Malegno: una pecora che bruca appena fuori dal suo ovile, accompagnata dal motto evangelico che rimanda a come la terra sia di coloro che abbracciano la mitezza.
Una delle novità introdotte negli ultimi anni durante la premiazione è la lettura delle candidature pervenute, che nel 2024 erano 3. Oltre ad Antigone sono stati infatti proposti Igino Brian – orafo che fornisce formazione tecnico-professionale in Cambogia recuperando il metallo delle mine – e gli Amici in cordata nel mondo, che da oltre 30 anni sono attivi nell’est Europa, soprattutto in Bielorussia, ampliando poi le azioni di supporto umanitario anche in altri Paesi e continenti.
Da sempre, il Premio consiste sia in una componente economica che in una parte artistica. Francesca Martinazzi – Grata, artista malegnese che ha realizzato l’opera, ha raccontato come questa sia il frutto di un partecipato lavoro comunitario.
“Tre pomeriggi in cui abbiamo bevuto il caffè, giocato, lavorato con entusiasmo insieme.” Per più donne si è trattato del primo approccio alla tessitura su telaio. Il risultato è un tappeto (o arazzo, a seconda della destinazione d’uso) coloratissimo, ispirato ai toni della bandiera della pace.
A ritirare il Premio c’era Valeria Verdolini, Responsabile di Antigone Lombardia. Antigone, che non accetta finanziamenti governativi, si sostiene esclusivamente grazie alle donazioni.
Antigone è l’unica associazione ad essere autorizzata, da parte del Dipartimento di Amministrazione penitenziaria, per visitare le 190 strutture detentive italiane. Tra le battaglie che ha portato avanti ci sono l’impegno per l’introduzione del reato di tortura nell’ordinamento italiano e le attività di monitoraggio e advocacy contro il sovraffollamento delle carceri.
L’impegno di Antigone è anche quello di coinvolgere i detenuti con progetti di sport, musica e rubriche radiofoniche. Aspetti che risultano quantomai importanti se pensiamo che, come ha raccontato Verdolini, in Italia ogni mese la popolazione carceraria aumenta di 200 detenuti e dall’inizio del 2024 ad oggi sono già 80 le persone che si sono tolte la vita in carcere.
Oltre all’Osservatorio sulle condizioni di detenzione e all’Osservatorio minori, Antigone è attiva anche a livello internazionale. “L’obiettivo è quello di lavorare a una sensibilizzazione a 360 gradi”, ha ricordato Verdolini.
Radio Voce Camuna dedicherà al Premio Mites Terram Possident per la Solidarietà e la Pace la puntata di VocePRESENTE in onda venerdì 20 dicembre. A partire dalle ore 10:05 ascolteremo il racconto dell’evento, con approfondimenti e interviste ai suoi protagonisti. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione sul nostro sito.
Giovedì 28 novembre a Malegno, nella settimana di celebrazioni per il patrono Sant’Andrea, si è tenuto il quinto e ultimo evento del Festival Abbracciamondo, edizione 2024. Titolo dell’incontro: “Voci dal Kurdistan, Storie, racconti e musiche di un popolo che resiste“. Una narrazione a più voci, grazie alla partecipazione del musicista Ashti Abdo e della giornalista Alessia Manzi.
In una gremita Sala consiliare il pubblico è diventato partecipe dei ritmi e delle melodie di questa terra lontana, che dal Trattato di Losanna del 1923 resta divisa tra quattro Stati: Turchia, Siria, Iran e Iraq. Un destino che nemmeno a distanza d’un secolo ha trovato pace.
A ripercorrerne le tappe la voce schietta di Manzi, inviata indipendente e autrice di reportage. In Kurdistan nel 2022, ha raccontato su più testate la storia dell’ecovillaggio di Jinwar, nella parte siriana della regione. Un luogo in cui la resistenza curda si unisce in particolar modo alla lotta delle donne contro il patriarcato, in ogni sua forma.
Non per niente, il nome “Jinwar” in Kurmanji significa “terra delle donne”. La comunità è quasi autosufficiente e prende spunto dalla Jineolojî, la scienza delle donne teorizzata da Ocalan. Un posto dove la giornalista ha trovato testimonianze importanti sulla condizione del popolo curdo e sulle ferite riportate dalla popolazione femminile.
Manzi scrive da anni di diritti umani, migrazioni e dei luoghi del mondo che si trovano in quella che un tempo era la Mesopotamia. Dei loro conflitti, a volte raccontati e troppo spesso taciuti.
Vi facciamo sentire uno stralcio dell’intervista che ci ha rilasciato e che potrete ascoltare in forma completa durante la nostra rubrica VocePRESENTE, in onda alle ore 10:05 di venerdì 6 dicembre:
E poi c’è la musica, capace di creare ponti tra le persone. Nessuno è stato esente dal fascino delle melodie portate in scena da Ashti Abdo. Musicista, polistrumentista, cantante e compositore curdo. Molti gli strumenti tra i quali abitualmente si districa: percussioni, fiati, corde. Testimonianze musicali di tante culture diverse.
Da 20 anni in Italia, Ashti coltiva la passione per la musica praticamente da sempre. Ha iniziato, racconta anche ai nostri microfoni, con le ninne nanne per fare addormentare la sorellina. Il suo repertorio ha tratto ispirazione dai racconti degli anziani, memoria storica di Afri, il villaggio siriano dal quale proviene, tra le colline del Rojava.
Una discografia di tutto rispetto. Tante le collaborazioni e i progetti, come “Domo Emigrantes”, e non mancano le uscite da solista. Molte anche le soddisfazioni. Nel 2018 si aggiudica il Premio DoReMiFaSud (rassegna musicale su inclusione e dialogo fra culture musicali differenti).
Nel 2023, a soli pochi mesi dall’uscita, il disco “Oltremura” (realizzato all’interno degli AbdoBudaMarconi) entra nella Transglobal World Music Chart. Tra le altre cose, Ashti quest’anno ha realizzato anche le musiche per lo spettacolo teatrale del giornalista Gabriele Del Grande.
Grazie alle contaminazioni con altri musicisti e la grande curiosità di ricerca verso stimoli sonori sempre nuovi, Ashti ha incontrato melodie e strumenti che affondano le proprie radici nell’Anatolia, nell’Asia Centrale e nel vasto bacino del Mediterraneo. Il suo talento si unisce alla sua storia: la vicenda di una persona arrivata in Italia grazie a un parente, per lavorare.
Alla serata ha preso parte anche un esponente della CGIL Valle Camonica-Sebino, partner nella realizzazione dell’evento. Ha fornito un breve quadro dei dati rilevati dallo sportello dedicato ai migranti. Solo nel 2023 in valle ha incontrato circa 6.000 persone, per un totale di 1.200 pratiche e 118 nazionalità.
“Ultimamente si sta vivendo anche l’arrivo di Curdi. Abbiamo contato una ventina di pratiche di ricongiungimento familiare.” Un dato da associare a una considerazione di Manzi: “Spesso i Curdi non rientrano nei dati delle migrazioni perché la loro nazionalità non è riconosciuta.”
Un popolo frequentemente dimenticato e fortemente osteggiato quello curdo. Una cultura alla quale spesso non è nemmeno concesso esprimersi nella propria lingua (che conta ben 6 dialetti). “La repressione trova forma anche con l’assimilazione: è un genocidio silenzioso. La popolazione resiste in tutti i modi”, rimarca Manzi.
Tante le sofferenze che si sono susseguite nel corso degli anni, tra cui vale la pena ricordare le efferate violenze perpetrate dai miliziani dell’Isis e, come esposto nel dettaglio da Manzi, le operazioni militari riconducibili all’espansionismo della Turchia.
Oltre al processo di turchizzazione “con la creazione di numerosi insediamenti per le famiglie dei mercenari. A questo si aggiunge che le carceri nella regione sono sotto la giurisdizione turca e che anche simboli del popolo curdo, come gli alberi d’ulivo, vengono divelti.”
A inizio febbraio 2023 è sopraggiunto inoltre un terribile terremoto che, colpendo la regione, ha mietuto decine di migliaia di vittime. Ciò che non hanno fatto sisma e incursioni su più fronti, lo ha fatto il colera, “che si è molto diffuso a causa della mancanza d’acqua per la chiusura dei fiumi.” A fare le spese di violenze e calamità non ci sono solo i Curdi, ma anche altre minoranze etniche come gli Ezidi.
C’è chi ha opposto resistenza – in varie forme – chi ha cercato di fuggire. Non solo verso l’Europa, ma anche nei Paesi limitrofi. I campi profughi sono tanti e sono grandi. Che provenga da uno Stato oppure dall’altro, il popolo curdo si è quindi incamminato anche lungo la Rotta balcanica.
“Il confine tra Bulgaria e Turchia lungo la rotta è uno dei più pericolosi.” Lungo i sentieri di montagna della Bosnia spuntano i cimiteri, si raccolgono testimonianze di violenze impunite.
Durante la serata si è citato anche il lavoro di Mezza Luna Rossa Kurdistan, associazione internazionale umanitaria attiva dal 1993 sui territori del Kurdistan. Con sede a Livorno, è codiretta da un co-Presidente uomo e da una co-Presidente donna e cogestita da volontari curdi e italiani.
Quello della tragedia del popolo curdo è un tema sicuramente degno di chiudere Abbracciamondo 2024. Un’edizione che, come sottolinea Silvia Turelli (operatrice sociale della Cooperativa K-Pax) “ha saputo coinvolgere il pubblico, con persone che hanno seguito tutti e 5 gli incontri di questo mese. Dall’inizio alla fine.” Ed è un po’ come se il Festival, diventando maggiorenne, abbia anche simbolicamente fatto tappa a Malegno: il paese in cui, 18 anni fa, è nato.
Come anticipato sopra, venerdì 6 dicembre alle ore 10:05 sulle frequenze di Radio Voce Camuna andrà in onda una puntata di VocePRESENTE dedicata all’evento. Ascolteremo le interviste complete a Silvia Turelli, Giorgia Lo Bracco (Consigliere dell’Amministrazione comunale di Malegno), Ashti Abdo e Alessia Manzi. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione.
Nel pomeriggio di mercoledì 20 novembre, presso la Sala conferenze dell’Ospedale di Esine, si è tenuto un incontro aperto al pubblico, dedicato alla Giornata mondiale della prematurità, dal titolo Accesso a cure di qualità ovunque!
All’evento hanno preso parte gli operatori del Dipartimento Materno-Infantile dell’ASST della Valcamonica, volontari di più associazioni e il Prof. Gaetano Chirico, già Direttore della UO di Neonatologia e TIN dell’ASST Spedali Civili di Brescia, nonché Presidente dell’Associazione TinCORAGGIO.
Il nome dell’associazione deriva dall’acronimo Terapia Intensiva Neonatale ed è dedicato ad incoraggiare – con attività molto pratiche tra cui la donazione di apparecchiature specifiche – quelli che il Professore chiama “i piccoli guerrieri”: i bambini nati prematuri. Una realtà che ha visto la luce soprattutto grazie al supporto dei genitori e dell’esperienza da loro maturata.
La Giornata mondiale della prematurità – che ricorre il 17 novembre – cadeva quest’anno di domenica. Da qui la volontà di spostare la celebrazione a mercoledì 20, mentre già da diversi giorni la sede ospedaliera di Esine espone la mostra fotografica a tema, corredata dai simbolici fiocchi viola.
L’evento è stato l’occasione per condividere testimonianze, emozioni e anche qualche dato. Un bambino nasce prematuro quando il parto avviene prima delle 37 settimane di gestazione. La possibilità di sopravvivenza inizia alla 22esima settimana. Prima delle 32 settimane si parla di prematurità “grave”. Sono circa 13 milioni i bambini che vengono al mondo prematuri, di cui 25.000 in Italia e una quarantina in Valle Camonica.
Casi in cui il momento di gioia nel dolore del parto rischia di trasformarsi in fonte di fragilità aperta all’incertezza. Per questo è importante, come hanno raccontato le infermiere presenti in sala, assicurare il maggior comfort possibile al neonato e anche alla famiglia.
Fondamentale diventa allora riuscire a garantire la vicinanza, in quanto anche il tatto dei genitori e il fatto di sentirne la voce gioca un ruolo importante per il piccolo. Si rende quindi necessario avere delle accortezze anche sull’ambiente, riducendo al minimo gli stimoli quali luci e rumori, creando un’atmosfera consona al sonno ristoratore.
“A spaventare un genitore di un neonato prematuro è soprattutto la mancanza di conoscenza. L’arrivare senza preparazione ad un evento così forte” racconta il Dott. Dario Magnini, Primario di Pediatria e Direttore del Dipartimento Materno-Infantile dell’Ospedale di Esine.
Presso il nostro ospedale, i genitori vengono coinvolti in incontri di formazione e supporto sia prima del parto che dopo la nascita. Inoltre, le infermiere che lavorano al nido sono le stesse della Patologia Neonatale. Per i casi di maggiore emergenza si ricorre al Civile di Brescia, dove tra l’altro è presente una delle rare banche di latte materno di Lombardia.
Nel corso dell’incontro, dati e testimonianze si sono alternati alla musica di una tastiera. A suonarla c’era Angelica, liceale non vedente con la passione per il pianoforte classico e le lingue straniere. Prematura, alla nascita pesava solo 525 grammi, tanto che la madre – ostetrica – la chiamava “il mio mezzo pacchetto di zucchero”. La sua interpretazione del Preludio di Bach ha commosso tutti.
Venerdì 29 novembre, alle ore 10:05 andrà in onda una puntata di VocePRESENTE dedicata all’evento. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione.
Si è conclusa sabato 16 novembre presso il Centro Congressi di Darfo Boario Terme la Coppa Campioni d’Europa di Bridge 2024. Gli organizzatori sono particolarmente soddisfatti della buona riuscita dell’evento che per la tre giorni ha coinvolto ben 130 sportivi che, uniti alle rispettive famiglie, hanno portato in Valle Camonica sulle 200 persone.
Le premiazioni si sono aperte con un doveroso minuto di silenzio in memoria di Hélène de Prittwitz Zaleski, compianta moglie dell’Ing. Romain Zaleski, scomparsa venerdì 15 novembre a Milano.
Era stato proprio Zaleski, capitano della squadra camuna Bridge Breno, ad impegnarsi affinché la 22esima edizione della Bridge European Champions Cup si disputasse in Valle Camonica e non in Svizzera, com’era inizialmente previsto. Questo il suo commento all’evento:
Al primo posto per la Open si sono classificati gli svizzeri del Bc De Lombard (campioni del mondo in carica). Mentre nella competizione al femminile si sono aggiudicate il podio le campionesse inglesi.
Silvano Feller, Presidente di Asd Bridge Breno: “Il bilancio è sicuramente positivo dal punto di vista organizzativo e ha ricevuto i complimenti da tutti i partecipanti. Secondo il Presidente della European Bridge League quest’organizzazione è stata la migliore di tutte quelle in precedenza organizzate in Italia da parte della Federazione.” Anche se il Breno non è arrivato sul podio (classificandosi nono), “dal punto di vista sportivo per l’Italia abbiamo un risultato positivo perché sono andate in finale due squadre italiane, nel maschile una di Palermo e nel femminile una di Torino.”
Dopo mesi d’intensa preparazione – i lavori sono iniziati a febbraio – gli organizzatori ora possono rilassarsi con la certezza che il torneo abbia rappresentato una competizione sportiva di altissimo livello. E con la speranza che i giocatori provenienti da ben 11 Paesi diversi abbiano apprezzato le bellezze della valle e tornino in futuro in qualità di turisti. L’organizzazione aveva infatti incluso dei tour appositamente organizzati.
La competizione ha smosso anche un buon numero di curiosi e appassionati di bridge, che hanno potuto acquisire dimestichezza con le strategie di un gioco tanto affascinante quanto complesso.
Soddisfatto anche Dario Colossi, Sindaco di Darfo B.T.: “Per la nostra città è stata un’occasione prestigiosa, unica nel suo genere perché ha portato a Darfo Boario Terme un evento internazionale. In questi giorni si respira un’aria diversa! Il nostro progetto turistico punta a queste manifestazioni che possono rendere internazionale non solo la città ma tutto il comprensorio.”
Marco Farisoglio, Presidente di Radio Voce Camuna, ricorda il legame del padre Angelo con questo sport: “Mio padre è stato il primo Presidente dell’Associazione Bridge Breno. Teneva moltissimo all’associazione, che era per Breno una cosa nuova da far scoprire sia ai brenesi che alla valle.”
Il bridge è infatti uno sport complesso, che si lega alla curiosità e al senso della scoperta. Come racconta Arrigo Franchi, giocatore professionista romano che gareggia con Bridge Breno: “Il bridge è un mondo nel mondo. Ci sono storie divertenti in mezzo, amori, diatribe, un po’ di veleno e tanta competizione. È sicuramente molto divertente e sempre stimolante, anche perché ti dà la possibilità di conoscere persone di altri posti con cui, proprio attraverso il gioco, riesci a comunicare.”
Il prossimo evento competitivo internazionale della European Bridge League (EBL) – le 2nd European Winter Transnational Championships – si terrà a Praga dal 14 al 20 febbraio 2025.
La Champions europea di Bridge è stata organizzata dall’Asd Bridge Breno con la European Bridge League. L’evento ha contato sul patrocinio della Comunità Montana di Valle Camonica e del Comune di Darfo B.T., la collaborazione del Consorzio turistico Thermae & Ski di Vallecamonica, la sponsorizzazione di Fondazione Tassara e le partnership mediatiche di Radio Number One e TeleBoario.
Venerdì 22 novembre alle ore 10:05 andrà in onda una puntata di VocePRESENTE con le interviste ai protagonisti dell’evento.
Venerdì 8 novembre, presso l’Auditorium Mazzoli della Comunità Montana a Breno si è tenuta la presentazione del numero di novembre-dicembre della prestigiosa rivista Archeologia Viva. All’interno, uno speciale di dieci pagine sul progetto Intorno a Minerva, che dal 2021 fa dialogare archeologia e accoglienza rifugiati.
Presenti in sala Piero Pruneti (Direttore della Rivista), Serena Solano (funzionario archeologo Soprintendenza Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia, nonché Direttore del Parco Archeologico del Santuario di Minerva), Carlo Cominelli (Cooperativa K-Pax), Sergio Cotti Piccinelli (Distretto Culturale) e gli amministratori dei Comuni di Breno, Cividate, Malegno.
Negli ultimi 4 anni, le ricerche sulla pacifica convivenza tra culti camuni e latini in epoca romana sono state messe in relazione ai progetti d’integrazione dei rifugiati. Si è inaugurata una nuova narrazione tra fedi e culture che porta avanti buone prassi quali convegni interdisciplinari, percorsi con le scuole, occasioni di divulgazione. Oltre alla simbolica cerimonia di copertura autunnale e svelamento primaverile dell’altare protostorico, che ha molto colpito Pruneti:
Per un centinaio d’anni, il culto indigeno locale continuò ad essere praticato accanto a quello nuovo, romano. Lo testimoniano le varie fasi costruttive del sito di devozione a Minerva, che alla fondazione di Civitas Camunnorum (vera e propria città romana in ambito alpino) nel tardo I sec a.C. si può intendere come santuario suburbano. Il nuovo porticato non andò a sovrapporsi, bensì ad inglobare l’area dell’altare protostorico. Il sito venne poi distrutto alla fine del IV sec d.C., in concomitanza con la cristianizzazione del territorio.
Ciò nonostante, la dea Minerva rimase nei toponimi locali, mentre il sito assunse progressivamente le caratteristiche di un “non-luogo”, dominato dalle spine dei rovi: località Spinera. Ora, grazie alle indagini archeologiche rese possibili dagli scavi (1986, anno di rinvenimento della statua di Minerva – 2003, anno di scoperta del santuario preromano), all’apertura del Parco nel 2007 e al lavoro del progetto, questo posto sta pienamente tornando riconoscibile sotto il nome di Minerva, dea della ragione.
Non è un caso che il progetto Intorno a Minerva sia nato nel 2021. L’anno rappresenta infatti il 35esimo anniversario dalla scoperta del santuario e i 10 anni del progetto di microaccoglienza a Breno.
Carlo Cominelli ha sottolineato quanto importante sia puntare l’attenzione sulla narrazione del pacifico contatto culturale tra Romani e Camuni. Un aspetto che è stato portato alla luce anche grazie alla partecipazione diretta dei rifugiati accolti in Valle Camonica. Ad esempio, tre rifugiate hanno assistito la restauratrice nei lavori di recupero dell’altare protostorico.
Nel progetto, il dialogo abbraccia anche la dimensione interdisciplinare mettendo a confronto scoperte e approcci di diversi corsi di studio. “Ai convegni che organizziamo gli esperti partecipano gratuitamente, per il gusto e il piacere di stare insieme e condividere”, aggiunge Cominelli. Lo spirito è quello della riemersione di reperti e valori nel clima della xenia, l’ospitalità degli antichi Greci.
Sul sito, sulla sua funzione e sul tip0 di culto che si praticava resta ancora tanto da scoprire. Sicuramente si trattava di un luogo molto importante, come si evince anche dal tipo di marmo con cui la statua di Minerva venne realizzata: il più pregiato. Qui non si veniva per chiedere di guarire, anche se la posizione del luogo lascia intendere che ci fosse un evidente collegamento con l’acqua. Difficile dire quante persone lo frequentassero. Si sa però che la gente veniva anche dalle vallate limitrofe: altrove, di simile non c’era niente.
Intorno a Minerva prosegue con un appuntamento già nella giornata di sabato 9 novembre, quando per le ore 14:30 presso il Parco Archeologico del Santuario di Minerva in località Spinera a Breno è prevista la cerimonia di chiusura invernale di Parco e altare protostorico, seguita da uno spettacolo di danza. Un evento realizzato nell’ambito di IN ITINERE con il contributo di Regione Lombardia. Il progetto continuerà poi con nuovi step, che Solano auspica possano procedere in questa direzione:
La due giorni 8-9 novembre è stata organizzata in occasione della Giornata Internazionale ONU per la prevenzione dello sfruttamento dell’ambiente in situazioni di conflitto armato (6 novembre) e della Giornata Internazionale contro la violenza sulle donne (25 novembre).
Il progetto “Intorno a Minerva. Il contatto culturale fra mondo antico e contemporaneità” è promosso dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio per le province di Bergamo e Brescia e dalla Cooperativa Sociale K-Pax di Breno, che si occupa di accoglienza. Il progetto è portato avanti grazie al sostegno dei Comuni di Breno, Cividate Camuno e Malegno e della Comunità Montana di Valle Camonica.
Durante la puntata di VocePRESENTE in onda alle 10:05 di venerdì 15 novembre manderemo in onda le nostre interviste complete a Piero Pruneti, Serena Solano e Carlo Cominelli. La puntata si potrà poi riascoltare dalla pagina della trasmissione.