Davanti alla Corte d’Appello bis hanno preso parola, per tre ore, i periti incaricati di approfondire la personalità del ragazzo che ha accusato don Angelo Blanchetti, ex parroco di Corna di Darfo, di molestie sessuali. Il giovane, oggi maggiorenne, quando aveva 16 anni confessò al suo padre spirituale della Chiesa Evangelica di Milano che due anni prima (quindi quando aveva 14 anni) fu costretto dal parroco –che si è sempre dichiarato innocente- ad avere rapporti con lui.

Don Blanchetti, ai domiciliari, in primo grado fu condannato a cinque anni, pena confermata in Appello salvo poi essere annullata dalla Cassazione, che aveva accolto la richiesta della difesa e disposto un nuovo processo di secondo grado davanti ad una sezione differente.

Stando al perito nominato dai giudici, il ragazzino era pienamente capace di testimoniare, e quindi di ricostruire gli eventi da lui raccontati. Di opinione contraria, invece, il perito incaricato dalla difesa, secondo cui è impossibile determinare le capacità del giovane, considerato il lasso di tempo intercorso dal presunto abuso ad oggi ed il fatto che per natura questi sono anni che rappresentano grandi cambiamenti per un ragazzo.

Il giovane aveva descritto alcuni dettagli, come una coperta, che poi gli inquirenti hanno effettivamente trovato in canonica (senza però tracce biologiche del sacerdote), ma secondo la difesa ci sono delle contraddizioni nella sua testimonianza, rappresentate dal fatto che nei giorni in cui il giovane sarebbe stato molestato il parroco stava facendo altro, come celebrare Messa o trovarsi davanti al computer. A novembre la sentenza.

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