Di fronte ad un numero già altissimo di decessi in tutta Italia a causa della pandemia, c’è un dubbio che aleggia, e che trova forza nei dati dei singoli Comuni. Il dubbio che, in realtà, il numero di persone venute a mancare affette da Covid-19 siano molte di più di quelle che i numeri della Protezione Civile dicono ogni sera.
Sono numerosi i sindaci, anche nel Bresciano, che denunciano il fatto che nei propri Comuni il numero di decessi nel mese di marzo sia in netto aumento rispetto allo stesso mese del 2019, anche se i dati forniti dall’Ats di Brescia sono inferiori.
Un fenomeno di cui Claudio Sileo, direttore dell’Ats, è al corrente, sebbene la certezza la si avrà solo con le schede Istat. Anche in Vallecamonica il coro di primi cittadini che temono che ai dati ufficiali forniti dall’Ats della Montagna se ne debbano aggiungere altri si fa sempre più forte.
Ne è stato portavoce, sabato scorso, Ezio Mondini, sindaco di Darfo, in un video pubblicato sui social network: “Se dobbiamo guardare veramente alla realtà, i dati dei contagiati e di coloro che devono rispettare il periodo di quarantena a Darfo si moltiplicano di sette/otto volte rispetto ai dati ufficiali”, rivela il sindaco.
“Dobbiamo considerare coloro che sono a casa con i sintomi tipici del Coronavirus, ma che non hanno fatto il tampone e quindi non risultano ufficialmente positivi. I morti per Coronavirus a Darfo sono quattro, ma dal primo marzo a Darfo abbiamo avuto 48 decessi: nel 2019, i deceduti di marzo sono stati 20”.
Una situazione che potrebbe purtroppo essere simile in altri Comuni del territorio. Mondini, inoltre, rinnova l’invito a rispettare le disposizione ed a restare a casa, anche in segno di rispetto di chi non ce l’ha fatta. “Quando tutto sarà terminato”, ha concluso il sindaco, “dedicherò una giornata per ricordare il volto e la storia di questi nostri defunti”.