Per Corteno Golgi, dopo i mesi del lockdown, seguiti in modo ineccepibile con continue comunicazioni e costanti aggiornamenti da parte del sindaco Ilario Sabbadini – anche in virtù del suo ruolo di assessore in Comunità Montana –  è tempo di ripartire. L’occasione la può offrire anche la messa in onda, sui canali Rai, di una puntata di “Nobel Minds”, serie in quattro puntate in onda in prima visione su Rai Storia a cura di Paolo Mieli, dedicata al Nobel di origini camune Camillo Golgi, il primo italiano a vedersi assegnato il prestigioso premio. Questo documentario venne girato nel mese di febbraio tra Pavia e la Vallecamonica.

Com’è nata l’idea del documentario su Camillo Golgi?

L’idea nasce dal fatto che, quando ci siamo insediati come amminsitrazione (nel 2019, ndr) uno dei punti fondamentali del nostro programma era qullo di rivalutare la figura di Golgi, che, dopo il 2006, anno del centenario del Nobel, era stato un po’ messa da parte. Abbiamo così istituito la “Giornata del Golgi“, a dicembre, quando assegniamo le borse di studio. Allo stesso tempo è iniziato un percorso che ci vuole portare a creare, partecipando a un bando europeo, a creare la rete dei paesi di Nobel europea, che mette insieme alcuni paesi rurali che hanno dato i natali a scienziati illustri. Abbiamo appreso in questo frangente, chiedendo anche agli archivi Rai, che non esistevano dei documentari su Camillo Golgi. La cosa probabilmente ha stimolato la Rai stessa, che ci ha informato dell’intenzione di relizzare una puntata di una ventina di minuti sul nostro concittadino.

Un documentario che ha coinvolto a febbraio i cortenesi stessi…

Il fuoco era quello relativo agli anni di Pavia di Camillo Golgi, ma la Rai ha deciso di raccontare anche i frequenti ritorni a Corteno dello scienziato. Ecco quindi che il 13 febbraio scorso la troupe è salita da noi, con dei costumi d’epoca, coinvolgendo sette nostri concittadini a fare i figuranti per il documentario. Una bella esperienza.

Ora avete la possibilità di vedere il risultato

Il primo appuntamento sarà il 30 giugno, martedì, alle 21:00 sul canale 54, Rai Storia. Ma stiamo organizzando una proiezione pubblica in piazza della puntata, magari commentata, per rendere fruibile a tutti, anche a chi non vede il canale Rai Storia dal proprio televisore, il documentario.

Abbiamo parlato di valorizzazione della figura di Golgi. Sicuramente questo nuovo tassello potrebbe attirare nuovi visitatori nella zona della Valli di Sant’Antonio. Un percorso di turismo in montagna che potrebbe ben accordarsi con quello culturale legato al premio Nobel

Il camminamento realizzato dall’amministrazione precedente nel 2006 dedicato a Golgi è stata una buona intiuzione perché partendo dall’illustre cittadino si possano valorizzare le bellezze che abbiamo a Corteno. È fondamentale legare la cultura al turismo di montagna: c’è molto da scoprire. Per questo, tra l’altro, abbiamo investito insieme alla vicina Aprica, in questa estate particolare, una somma per riqualificare 10 sentieri che portano a scoprire luoghi fruibili dalle famiglie, non solo dagli esperti escursionisti.

Una curosità: secondo lei cos’avrebbe detto Golgi del coronavirus e come avrebbe affrontato l’epidemia?

L’ho pensato tantissime volte in questo periodo! Golgi è famoso non solo per la scoperta della reazione nera che gli ha dato il Nobel, ma anche per le sue ricerche sulla malaria, un problema grave nella sua epoca. Lui avrebbe dato anima e corpo per aiutare la scienza durante l’attuale pandemia. Credo che Golgi, con il suo impegno e la sua caparbietà – la notte del Nobel litigò, da buon cortenese, con il suo rivale in scienza Cajal di Petilla d’Aragòn, paese con il quale ci gemelleremo – e quindi credo che avrebbe fatto di tutto per trovare una soluzione a questa pandemia.

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