Da gennaio ad oggi sono già 12 le persone decedute in montagna in provincia di Brescia, il doppio di quelle dell’intero 2022, quando erano morte 6 persone. Le disgrazie sono iniziate il 2 marzo con la morte di Matteo Gadaldi, precipitato per oltre 10 metri dalla Cascata della Madonnina in Val d’Avio a Edolo; pochi giorni dopo il bresciano Nicola Gaudenzi, perso la vita in Maddalena.
Gabriella Barbieri, originaria di Darfo, è precipitata a marzo per oltre 70 metri in un canalone sopra Valbondione, nella Bergamasca. Gianluigi Brenna, scialpinista di 66 anni di Cologne, era caduto per oltre 200 metri mentre risaliva le Tre cime del Bondone, sul versante trentino. Tra i decessi in montagna si conta anche quello dell’atleta Omar Ferrero, 42 anni in gara all’Adamello Ski Race, stroncato da un arresto cardiaco.
Il mese di maggio ha fatto registrare tre vittime: il 47enne Andrea Credaro, originario della provincia di Sondrio, precipitato nel vuoto in Valtellina, poco oltre il confine camuno. Antonio Fratus, venne invece trovato senza vita dopo due giorni di ricerche in un dirupo sopra Vello di Marone. Rinvenuto nei boschi di Sacca di Esine anche il corpo di Riccardo Pelamatti, 70enne di Montecchio di Darfo. Evelina Tomasoni, 54enne di Manerbio, venne colpita da un fulmine mentre si trovava sul versante del monte Guglielmo tra Pisogne e Zone.
A luglio Marco Borsari, escursionista bolognese, veniva trovato nella zona del Dosso Pasò, tra Corteno Golgi e l’Aprica, a circa duemila metri di quota. L’8 agosto doppia tragedia, con un escursionista morto in Val Miller di Sonico e uno a Cima Moren di Borno.
Il Soccorso Alpino aveva chiuso il 2022 con 241 persone soccorse con 110 feriti e, appunto, 6 decessi. Il 2023 è chiuderà con un bilancio ben peggiore.