Inizierà giovedì 27 ottobre davanti alla Corte d’Assise di Brescia il processo a carico di Paola e Silvia Zani e di Mirto Milani, accusati di omicidio e occultamento di cadavere di Laura Ziliani a Temù. I fatti sono avvenuti a maggio 2021.
Secondo le ricostruzioni degli inquirenti e le informazioni emerse durante gli interrogatori il “trio criminale”, com’è stato definito, ha somministrato benzodiazepine alla 56enne madre delle due ragazze, inducendole torpore, sonnolenza, ridotta capacità di movimento e di reazione. In tal modo sono riusciti a strangolarla e ucciderla, per poi occultare il corpo senza vita in riva al fiume Oglio, sempre a Temù.
Ma perché le figlie sono arrivate a tanto? Alcuni stralci dei verbali degli interrogatori fatti ai tre ragazzi nel maggio scorso in carcere a Brescia, pubblicati dal Giornale di Brescia questo giovedì, ricostruiscono i fatti: l’omicidio Ziliani, confermano, è avvenuto a Temù la sera tra il 7 e l’8 maggio del 2021. “Nella stessa notte abbiamo poi occultato il suo corpo. Non abbiamo invece nulla a che fare con il suo ritrovamento, dovuto ad una mera fatalità” si legge.
Le confessioni dei tre sono arrivate però solo un anno dopo il delitto e quando erano già detenuti da 8 mesi. Nel frattempo tantissime persone si erano spese per cercare Laura, che in un primo momento, come dichiarato dalle figlie stesse, sembrava scomparsa.
“Se non avessi letto che Mirto si era confidato con il detenuto io non avrei mai parlato” disse Silvia, 28 anni, la più grande delle sorelle, agli inquirenti a chiusura indagini, quando scoprì che Milani si era lasciato andare con un compagno di cella. “Non volevo confessare nulla perché avrebbe avuto molte implicazioni nei confronti delle persone che hanno voluto bene a mia madre e a me”, forse il riferimento è alla sorella, figlia mezzana di Laura, e alla nonna, la madre di sua madre.
La versione di Silvia e degli altri due non si basa, come quelle degli inquirenti, su un movente legato a soldi o eredità di beni: “Eravamo disperati per i tentativi di mia madre di ucciderci e non sapevamo cosa fare, voleva liberarsi di noi” sostengono. La paura li avrebbe spinti ad eliminare Laura.
La figlia maggiore di Ziliani nella sua confessione riportata dal Gdb racconta che la madre in passato avrebbe messo della candeggina nel latte e in un’altra una sostanza caustica nel salino. Quando il difensore chiede perché non abbiano denunciato i fatti alle forze dell’ordine risponde che non c’erano prove a loro favore e che la pena per tentato omicidio è comunque breve. E ancora: “Se i carabinieri avessero scoperto che Laura voleva farci del male, poi sarebbero per deduzione risaliti a noi, avendo la prova della nostra colpa”.