Mentre il Presena si appresta, dopo essere stato salutato con entusiamo sabato e domenica dagli sciatori, a coprirsi di geotessile in vista dell’estate, uno dei teli che hanno protetto il ghiacciaio negli anni scorsi è diventato protagonista di un’installazione artistica alla Biennale d’architettura di Venezia, visitabile fino al 21 novembre.
“Il fatto che i ‘nostri’ teli siano esposti nel prestigioso contesto della Biennale ci fa sperare che l’interesse per la salute della montagna e dei suoi delicati ecosistemi sia sempre più diffuso” commenta Michele Bertolini, direttore del Consorzio Pontedilegno-Tonale.
Nel dettaglio, l’opera esposta a Venezia nel padiglione Italia è stata ideata da Giovanni Betti, Professore universitario dell’Università della California, Berkeley, insieme all’architetto Katharina Fleck e ai suoi studenti dell’Università delle Arti di Berlino (Universität der Künste UdK) che a marzo, con la collaborazione del Prof. Christoph Gengnagel, ha organizzato nel proprio atrio la prima installazione con il telo proveniente dal Presena.
Il progetto – denominato ‘The invisible mountain’ (theinvisiblemountain.com) – prevede che il tessuto prenda la forma del profilo delle cime dalle quali arriva, ad un’altezza da terra tale da poterlo ammirare da sotto. Per vedere, appunto, quella ‘montagna invisibile’ che deve essere protetta prima che sia troppo tardi.
I teli geotessili, che da oltre un decennio proteggono nei mesi più caldi il ghiacciaio Presena, tra Vallecamonica e Val di Sole, dal contatto diretto con la luce del sole e ne preservano lo spessore, a breve torneranno a quota 2.600 metri e lì rimarranno fino a settembre: i lavori di preparazione sono iniziati questa settimana.
La tecnica per realizzare la “coperta” geotessile è stata perfezionata nel corso del tempo: i teli, della dimensione di 5 metri di larghezza per 70 di lunghezza ciascuno, non vengono più termosaldati ma cuciti per evitare scarti di materiale e facilitarne la rimozione.