Ripresa delle attività, dei lavori pubblici e mantenimento degli interventi a favore delle famiglie maggiormente in difficoltà: è così che il Comune di Darfo Boario Terme ha iniziato ad affrontare la Fase 2, cercando di non farsi trovare impreparato di fronte alla necessità di ripartire ma anche a quella di rispettare tutte le norme di sicurezza. Una serie di iniziative, alcune delle quali già attivate durante il lockdown, di cui ci ha parlato il primo cittadino Ezio Mondini.
Innanzitutto, signor Sindaco, lei nelle settimane scorse è stato molto attivo anche sui social network per ribadire l’importante del rispetto delle disposizioni. Come stanno reagendo i darfensi a questi primi giorni di Fase 2?
“L’impressione è che la gente, in questi primi giorni, sia un po’ all’idea del ‘liberi tutti’. Il traffico è quello di un normale periodo estivo a Darfo, il che vuol dire che c’è troppa gente che gira e che non sta rispettando i motivi di urgenza e necessità per cui dovrebbe uscire”.
Teme in un ritorno alle restrizioni?
“Sì, vedo che le persone non rispettano le distanze: anche se siete sposati, le distanze vanno rispettate! Il rischio è che ci sia una ripresa dell’espansione del virus, e sarebbero davvero tragico perché dovremmo tornare a misure restrittive che sarebbero ancora più dure da rispettare per tutti. Se rispettiamo alcune regole almeno fino al 18, credo che poi ci potrebbe essere la possibilità di riaprire maggiormente”.

Durante il lockdown il Comune non è rimasto fermo ed ha avviato una serie di misure a favore delle famiglie più in difficoltà: come proseguiranno questi interventi nelle prossime settimane?
“Uno degli uffici essenziali è stato quello dei Servizi Sociali, che non ha mai chiuso. Abbiamo dovuto rafforzarlo e mettere in atto una manovra di ascolto nei confronti dei nostri cittadini. Poi abbiamo istituito il servizio a domicilio di spesa alimentare e di medicinali, a cui abbiamo aggiunto anche la consegna a casa dei giornali e della cartoleria.
Tramite il Governo, ma anche con la Comunità Montana, abbiamo lavorato sui buoni spesa: abbiamo avuto più di 500 richieste. Con i fondi del Governo, di circa 96mila euro, abbiamo accontentato più di 350 nuclei familiari, quelli restanti li abbiamo aiutati con dei fondi del Comune: per questo abbiamo anche aperto un conto corrente di solidarietà a cui i cittadini hanno effettuato dei versamenti.
Abbiamo chiesto uno sforzo particolare anche alla Caritas, che opera in tutta la Valle, con dei pacchi di generi alimentari a chi ne aveva bisogno. Lo sforzo è stato davvero enorme. Per il futuro ci sono i buoni per l’affitto, delle iniziative della Comunità Montana per dotare tutti di pc, la costituzione di un albo per le aziende agricole…
Le difficoltà non sono solo di sostentamento giornaliero, ma anche psicologico: ci sono state situazioni di anziani soli in casa o nuclei familiari costretti a stare in spazi piccoli che non sono state facili e che sono state prese in carico dai Servizi Sociali, in collaborazione con tantissimi volontari e la Protezione Civile, che sta facendo un lavoro massacrante.
Credo che questo periodo sia servito per mettere in luce degli aspetti straordinari di tutta la cittadinanza: sono state numerose le persone che ci hanno chiesto cosa potessero fare per dare una mano, è un segnale forte di una comunità che sa deve occuparsi anche dei più deboli. Spero che questo spirito continui anche a fine emergenza”.
A Darfo è nata anche un’associazione per fornire tutti di mascherine…
“Sì, si chiama SOS DarfoBoarioTermeAiuta, nata dall’iniziativa di alcuni cittadini, in particolare da Moira Sigurtà che, ispirandosi ad un’analoga associazione di Varese, ha creato una rete di una quarantina di sarte che grazie alle donazioni di commercianti ed aziende ha prodotto mascherine. Ad oggi ne sono state prodotte tremila ed altrettante ne stiamo realizzando, per distribuirle ai cittadini di Darfo, a cominciare da chi ne ha più bisogno, come gli anziani ed i malati”.

Cambiando argomento, a Darfo sono ripresi anche i lavori pubblici (in particolare le opere di ripristino dei percorsi a Capo di Lago, quelli di realizzazione di due attraversamenti pedonali rialzati in via Aria Libera e quelli di completamento della rete fognaria in via Manzoni), mentre sono ancora al palo il settore del commercio e del turismo, molto presenti a Darfo: avete già un’idea di come sostenerli, soprattutto in vista della prossima estate?
“Sono i due settori che stanno soffrendo di più, sono quelli che trainano Darfo e che sono ancora chiusi (o possono fare solo vendita a domicilio). Gli alberghi, i ristoranti, i bar, sono ancora chiusi e riapriranno per ultimi. Il danno che hanno subìto è enorme.
Per la stagione turistica, faremo di tutto per aprire quello che potremo, compreso il Parco delle Terme, però sappiamo che la gente non avrà molta voglia di spostarsi. Stiamo studiando delle iniziative a sostegno, ma dobbiamo vedere anche cosa ci consentirà di fare il Governo, perché le risorse del Comune non sono infinite.
Stiamo cercando di capire se potremo non far pagare alcune tasse, ma dipende da cosa ci permetterà di fare il Governo: vorremmo dare la possibilità a bar e ristoranti di ampliare i loro spazi all’aperto, ne parleremo con loro anche per capire le loro esigenze. Stiamo facendo pressioni sia a livello regionale sui nostri consiglieri che a livello centrale tramite i parlamentari che conosciamo affinché siano tenuti presenti i Comuni ed alcune categorie del commercio e del turismo. Per fare un esempio: l’Imu degli alberghi deve essere tolto dal Governo. I Comuni hanno il vincolo del pareggio di bilancio che ci impedisce di fornire tutti quegli aiuti che vorremmo e potremmo dare”.