Un primo passo importante, a favore della montagna e di chi vi lavora con non pochi sacrifici, è stato fatto nei giorni scorsi con il primo ok giunto dal Consiglio dei Ministri al disegno di legge per il riconoscimento e la promozione delle aree montane, a cui sta lavorando Roberto Calderoli, Ministro degli Affari Regionali e delle autonomie.

Il testo prevede, tra i vari punti, la stesura di un elenco dei Comuni Montani, sulla base di altimetria e pendenza, ma anche agevolazioni per coloro che decidono di non lasciare la montagna e di viverci e lavorarci, come docenti che insegnano in territorio montani, under 40 che avviano un’attività o che acquistano in montagna la prima casa.

Un occhio di riguardo il testo lo riserva anche al capitolo sanità, con la previsione di modalità per valorizzare l’attività degli operatori sanitari in quota. Un buon primo passo e numerose buone intenzioni, ma a preoccupare sono le risorse, attualmente non disponibili.

Secondo l’Unione Nazionale dei Comuni, Comunità ed Enti Montani servirebbero due miliari di euro all’anno per dieci anni per andare incontro alle esigente di tutti i Comuni di montagna italiani. Fondi attualmente impossibili dal reperire, cosa di cui è consapevole anche Luca Masneri, sindaco di Edolo che durante il Governo Draghi fu il coordinatore del tavolo tecnico della montagna, lavorando al testo che allora non fu approvato per la caduta prematura del Governo.

“Il testo di Calderoli ha meno articoli”, ha spiegato Masneri al Giornale di Brescia, “ma sui temi fondamentali ripercorre il nostro lavoro”. Importante, per Masneri, è chiarire subito quali Comuni sia da considerare montani, questione da cui partire per poi definire tutte le altre, in primis quella legata alle risorse da mettere a disposizione.

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