Si è aperto questo venerdì mattina 18 ottobre a Brescia, davanti alla Corte d’assise d’appello, la prima udienza del processo di secondo grado a carico di Mirto Milani e di Silvia e Paola Zani, tutti condannati in primo grado all’ergastolo per l’omicidio di Laura Ziliani, avvenuto l’8 maggio del 2021 a Temù, luogo in cui venne rinvenuto il cadavere della donna 5 mesi dopo.
Per loro, l’avvocato generale Domenico Chiaro, che rappresenta l’accusa, ha chiesto la conferma della condanna al triplice ergastolo per omicidio e occultamento di cadavere. Tutti e tre gli imputati erano presenti in aula
Prima di dare il via all’udienza, in aula si è discusso della richiesta di Mirto Milani di essere ammesso alla giustizia riparativa che prevede, tra le altre cose, anche confronto con i familiari di Laura Ziliani, che hanno già detto di non volere accettare alcun incontro. La Corte d’Appello di Brescia ha dato parere favorevole all’avvio del percorso. In aula Milani ha reiterato la sua richiesta: “Chiedo scusa, voglio riparare”, ha detto.
Anche Silvia Zani ha manifestato l’intenzione di accedere al percorso di giustizia riparativa, e l’ha ottenuta. Inoltre ha chiesto di poter vendere gli immobili intestati alla madre uccisa, per poter sostenere economicamente la terza sorella, completamente estranea ai fatti e affetta da un ritardo cognitivo.
“La conferma della sentenza di primo grado è l’unica conclusione per rendere giustizia a una donna uccisa, ricordata ingiustamente per aver tentato di uccidere le figlie” ha detto l’avvocato Chiaro.
Il processo d’appello non si è concluso perché uno dei difensori, l’avvocato Cesari, che difende Paola Zani, ha presentato istanza di legittimo impedimento e quindi le difese interverranno in un’altra udienza.
La sentenza è prevista per il 22 novembre.