Si sono chiuse le indagini a carico di Giovanni Mazzoli, 63 anni, dirigente dell’unità oculistica dell’Asst Vallecamonica arrestato il 19 giugno scorso e finito agli arresti domiciliari. La sua posizione, nel frattempo, si è aggravata: nel corso delle indagini condotte dai carabinieri della compagnia di Breno sono infatti emersi altri 17 episodi che vanno a sommarsi ai 30 che venivano contestati al medico nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip. Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti, il sistema era collaudato da tempo e sarebbe potuto andare avanti ancora.

Dalle carte dell’inchiesta e dalle moltissime intercettazioni telefoniche e ambientali era emerso chiaramente che il medico proponeva ai pazienti che avevano necessità di un intervento chirurgico agli occhi il pagamento di cifre, variabili tra i 500 e i 700 euro, per essere inseriti nella lista delle persone da operare con il sistema sanitario nazionale, superando le liste d’attesa di una normale richiesta al centro unico di prenotazione. Lo specialista risponde di concussione, truffa ai danni dello Stato, peculato e falso in atto pubblico, poiché avrebbe rilasciato certificati medici irregolari per il rinnovo della patente. Mazzoli nell’interrogatorio di garanzia si era avvalso della facoltà di non rispondere.

Spropositato, per gli inquirenti, il tenore di vita che l’oculista conduceva in relazione allo stipendio percepito dall’ospedale, caratterizzato da molti pagamenti cash piuttosto che con movimenti bancari certificati: dal suo conto corrente pare non uscisse praticamente nulla. Sotto sequestro, la scorsa estate, su disposizione del giudice, finirono circa 190 mila euro che si presume fossero utilizzati per una serie di investimenti non compatibili con le entrate che aveva dichiarato al Fisco. Ma durante le perquisizioni i carabinieri trovarono anche oltre 340 mila euro in contanti (quasi 60 mila in casa, oltre 280 mila in banca dentro una cassetta di sicurezza), decine di quadri di valore, orologi e bottiglie di vino pregiate.
Ancora da definire invece la posizione dei pazienti che, sapendo di commettere un illecito, hanno pagato il dottore.

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