Giovanni Mazzoli, ex primario del reparto di Oculistica dell’ospedale di Esine, è stato condannato a 4 anni e 6 mesi. Si è chiuso con rito abbreviato il processo a carico del medico 64enne camuno, agli arresti domiciliari dal giugno dello scorso anno, per aver intascato denaro dai pazienti per fargli saltare le liste d’attesa per interventi come quello per la catarratta.
La pubblica accusa aveva infatti chiesto una condanna a 6 anni e 8 mesi ritenendo il medico responsabile, tra gli altri reati, di concussione. La difesa dell’avvocato Luigi Frattini ha chiesto e ottenuto che quest’ultimo reato venisse riqualificato in indebita induzione, considerato meno grave, confermando nel resto le altre ipotesi.
Con la sentenza letta ieri a Brescia, il gup ha inoltre disposto la confisca al medico di 250mila euro, la metà circa di quanto gli era stato sequestrato, importo sostanzialmente equivalente a quello che Mazzoli ha sborsato per risarcire le venti parti civili costituite.
Oltre a concussione e corruzione, al medico viene anche contestato il reato di peculato, per aver erogato prestazioni sanitarie appropriandosi della quota destinata alle casse dell’Asst Valcamonica. Secondo il sostituto procuratore Donato Greco, tra il novembre del 2022 e il gennaio dell’anno successivo l’oculista avrebbe tenute nascoste circa 370 visite delle 450 fatte nel periodo. Gli episodi contestati all’imputato erano complessivamente 47, sulla base delle indagini della compagnia di Breno.
A questo andrebbero aggiunti dei certificati medici per il rinnovo della patente: destinatarie persone che non ne avevano diritto. Ma non solo: il primario doveva rispondere anche di aver utilizzato il suo badge per figurare presente quando non lo era.
Ora bisognerà attendere le motivazioni della sentenza che secondo quanto stabilito ieri dal giudice Cesare Bonamartini, dovranno essere depositate entro 90 giorni.