Il problema della denatalità e dello spopolamento dei paesini di montagna è un dato di fatto, anche nel bresciano e in Vallecamonica. Lo dicono i numeri, pubblicati recentemente dal Giornale di Brescia, relativi ai bimbi nati nel 2024 nella nostra provincia, comune per comune.
Ci sono persino paesi, come Magasa e Irma, che non hanno registrato nuove nascite lo scorso anno. Altri che ne hanno conteggiate pochissime, come i piccoli centri camuni di Lozio e di Vione, in cui è nato un solo bambino.
Restando in Vallecamonica, a Paisco Loveno lo scorso anno sono nati 2 bambini, a Saviore dell’Adamello e Losine sono stati 3 i nuovi arrivi. Quattro i bimbi accolti nelle comunità di Berzo Demo, Incudine e Monno dal 1° gennaio 2024, 5 i nuovi cittadini di Cerveno, Cevo, Cimbergo, Ono San Pietro e Paspardo. Numeri davvero esigui che creano un cortocircuito: senza bambini non reggeranno le scuole del paese, e tanti altri servizi che le famiglie andranno a cercare in centri più grossi, creando così uno spopolamento di questi borghi delle aree interne.
Stanno a galla Sonico, Ceto, Sellero, Temù, Vezza d’Oglio e Borno, ma con meno di dieci nascite in un anno. Fanno meglio piccoli centri come Ossimo, Niardo, Capo di Ponte e Cedegolo, Gianico e Malegno, e Ponte di Legno in alta Valle, che però non arrivano a 15 nuovi nati.
Superano tale cifra Cividate, Corteno, Malonno, Berzo Inferiore, Artogne, Edolo (tra i 16 e i 19 nati).
Buoni i numeri di Breno (29 neonati), Bienno (26), Piancogno (29). Raggiungono le 34 nascite soltanto Esine e Piancamuno, mentre il comune in cui nel 2024 sono stati fatti più figli – che è anche il più popoloso della Valle con circa 15.700 abitanti – è Darfo Boario Terme, dove comunque si è arrivati alla cifra di 84 nuovi nati.