Le idee divergenti sul ruolo e i compiti dell’organismo e sulla sua gestione continuano a mettere in discussione la sopravvivenza dell’Unione dei Comuni di Ceto, Cimbergo e Paspardo.

È la stessa sindaca di Ceto, Marina Lanzetti a spiegare che, se da un lato è vero che Ceto ha ottenuto cospicui finanziamenti grazie ai fondi riservati ai Comuni di confine, dall’altro restano le difficoltà a far quadrare il bilancio, anche a causa dei continui tagli statali. I contributi dell’Unione coprono a malapena i costi di gestione e ormai non c’è più alcun interesse a proseguire in quest’esperienza, secondo Lanzetti.

Il Comune di Ceto sta tentando di portare un certo equilibrio economico all’interno dell’Unione, decidendo ad esempio, con notevoli difficoltà, di sciogliere il servizio unificato di tesoreria: da circa un anno e mezzo ciascuno dei tre Comuni gestisce in modo autonomo il proprio conto di questo settore.

Ci sono poi parecchi sassolini che Ceto intende togliersi dalle scarpe. Con Cimbergo la controversa gestione dell’ automezzo acquistato con un contributo regionale e in parte con i fondi dei tre Comuni, ma che risulta intestato al Comune guidato da Giambettino Polonioli e che Ceto vuol vedere restituito all’Unione. Con Paspardo l’annosa questione del regolamento delle strade agro-silvo-pastorali, che secondo l’amministrazione cetese dev’essere uniformato a quello degli altri Comuni dell’Unione, al fine di consentire anche sulle loro mulattiere il diritto di transito gratuito a chi è in possesso di regolare permesso.

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