Dal 18 maggio si potrà tornare in chiesa per prendere parte alle celebrazioni. Ne parliamo con il Vicario territoriale della zona I e parroco di Breno, don Mario Bonomi.

Voi parroci non avete mai smesso di celebrare, a porte chiuse, da soli, in un clima a volte anche pesante e di sofferenza, un’atmosfera davvero cupa in certi giorni. Guardando adesso a questi due mesi intensi che avete trascorso, come li vede?

“E’ stato per noi sacerdoti un andare al cuore e riscoprire una clausura, una solitudine, un essenziale, dove probabilmente si è ricoperto anche la il valore della preghiera di intercessione fatta direttamente a Dio per il popolo, quasi assumendosi in questo silenzio forzato il grido delle persone e presentarlo così davanti a Dio”

L’intervista a don Mario Bonomi

Sono stati tantissimi parroci della Valle che si sono dati da fare nei modi più disparati per riuscire a raggiungere le loro comunità. Potrà essere un valore aggiunto che poi andrà riconsiderato nel tempo, quello delle dirette quello dei collegamenti radio…?

Sì, anche noi a Breno abbiamo beneficiato di Radio Voce Camuna che ringraziamo! Tanti parroci si sono riscoperti un po’ attori, se così si può dire, e si sono messi in campo per raggiungere le comunità, che sentivano l’esigenza di poter sentire o addirittura vedere il proprio parroco: era un essere rincuorati, sentirsi tenuti in considerazione. Si sono trovate risorse nuove che non andranno sicuramente perdute. Anche perché sappiamo che questa Fase 2 è sempre da vivere con è con molta prudenza: anche in questo mese di maggio il precetto festivo si assolve ancora anche tramite i mezzi di comunicazione, non è necessario al momento venire a messa. Si può assolvere il precetto festivo anche da casa, lo si raccomanda soprattutto gli anziani e così anche ai bambini: si può pregare santificare la domenica anche nella piccola chiesa domestica, come viene chiamata”.

Questo aspetto inerente il precetto festivo è uno dei punti contenuti nel prontuario per i fedeli che è stato diffuso dalla dalla Diocesi di Brescia. Quali sono inoltre le indicazioni alle quali le persone dovranno attenersi per prendere parte all’eucaristia?

“Ogni parroco è invitato a determinare insieme al sindaco quante persone la propria chiesa può contenere; diversamente si può fare all’aperto o al cimitero. Siamo invitati a segnare questi posti e stabilire un ingresso unico numerato. Quando si entra c’è la possibilità del dispenser per l’igienizzazione delle mani. Bisogna indossare la mascherina. Inoltreci sono delle regole per la per la comunione: si rimane fermi al banco ed è sacerdote a scendere. Il prontuario della Diocesi è predisposto per fare in modo che si svolga tutto nella maggior sicurezza possibile”

Nelle scorse ore è intervenuto anche il cardinale Bassetti, in vista appunto della ripresa delle celebrazioni, dicendo che si tratta di “un ritorno a manifestare l’essere comunità” è d’accordo?

Sì perché non siamo dei fantasmi, abbiamo bisogno del contatto fisico e questa è una dimensione fondamentale del nostro essere uomini, prima di tutto, persone, e soprattutto comunità. C’è il il bisogno di costituirsi, di rivedersi, di ritrovarsi, di fondare anche la nostra fede non semplicemente rimanendo “monchi”, potremmo dire, senza le membra e da questo punto di vista il potere esprimere la propria fede ce lo permette, e si spera che questo tempo abbia radicalizzato di più questa esigenza, questo desiderio di comunità e di farlo ritornando al cuore e all’essenizale. Il cristiano vive dell’Eucarestia e questo è il cibo che ci permette di continuare il nostro cammino. Quindi immagino che ci sia anche nostalgia, oltre che della comunità, anche dell’Eucarestia e di ritrovare quel cibo che ci fa fare comunione anche tra di noi e questo è un aspetto per noi imprescindibile”.

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