Grande spazio, nell’anno del sessantesimo della morte, alla figura di don Primo Mazzolari, da parte del gruppo “Camminare è un’arte” guidato da don Battista Dassa. Si sta svolgendo un pellegrinaggio con meta Bozzolo (Mantova), dove don Primo fu parroco e dove morì nel 1959.
Prima della partenza da Verolanuova, venerdì, all’oratorio di Edolo, il gruppo di camminatori ha partecipato, insieme ad alcune classi 4^ e 5^ superiori della Valle, all’incontro organizzato dall’Ecomuseo della Resistenza in Mortirolo con don Bruno Bignami, postulatore della causa di beatificazione del sacerdote cremonese e il prof. Anselmo Palini, studioso di don Mazzolari.
Don Bignami ha tracciato un ritratto di don Mazzolari narrando diversi episodi accaduti durante il Fascismo, quando il sacerdote più volte si scontrò con il regime e i suoi dettami. Si è approfondito inoltre il rapporto che don Primo ebbe con i politici democristiani in seguito, nel dopoguerra, e i messaggi che inviava loro.
Il gruppo, concluso il seminario, è quindi partito in pullman per Verolanuova, dove Primo Mazzolari ha vissuto i primi anni di vita in una cascina di campagna e dove tornò per l’ordinazione sacerdotale: la prima tappa li ha portati alla casa parrocchiale di Marzalengo.
Sabato il cammino di oltre 40 chilometri è proseguito, passando da Boschetto di Cremona, paese natale di Mazzolari, fino a Canneto sull’Oglio.
La terza tappa, con partenza alle 6 di domenica, prevede un itinerario di 15 chilometri con la conclusone a Bozzolo. Qui la figura del sacerdote sarà ricordata insieme agli amici della Fondazione don Mazzolari con una messa nella parrocchiale.
Nel pomeriggio il ritorno dei fedeli in Vallecamonica in pullman. Già nell’aprile scorso i pellegrini camuni guidati da don Dassa hanno omaggiato la figura di don Mazzolari affrontando, insieme alle Fiamme verdi, un breve pellegrinaggio da Berzo Demo fino a Garda di Sonico, dove nel 1954 don Mazzolari aveva scritto il suo testamento in quello che oggi è il convento Exodus.