Un immenso gesto di generosità si è realizzato la scorsa domenica presso l’Ospedale di Esine, proprio in concomitanza con la “Giornata Nazionale del Sì alla donazione di organi, tessuti e cellule”. Quando i medici dell’Anestesia e Rianimazione hanno comunicato ai familiari di Giovanni Capitanio che per il loro caro non c’era più nulla da fare, proponendo la possibilità di procedere al prelievo d’organi, la famiglia ha accettato senza esitazione.
Si sono subito attivati tutti i servizi e gli operatori, medici, infermieri, tecnici, personale amministrativo e di supporto, autisti e fattorini: tutto l’Ospedale si è mobilitato per dare speranza ai pazienti in attesa di ricevere un nuovo organo. Grazie all’instancabile impegno del personale medico e sanitario del Servizio di Anestesia e Rianimazione, Blocco Operatorio, Laboratorio Analisi, Anatomia Patologia, Neurologia (solo per citare i principali servizi coinvolti), e alla collaborazione interaziendale tra l’ASST della Valcamonica e l’ASST degli Spedali Civili è stato possibile realizzare questo miracolo di umanità.
Il Coordinamento Ospedaliero di Organi e Procurement dell’Ospedale di Esine, con il supporto della Direzione Medica di Presidio e della Direzione Sanitaria, ha coordinato tutte le attività di questo lungo e delicato percorso, attivando il Centro Regionale Trapianti e mantenendosi in costante contatto. Al termine delle procedure di valutazione di idoneità e compatibilità, nella notte tra sabato e domenica, il CRT comunicava al Coordinamento ospedaliero la più bella delle notizie, tutti gli organi del donatore erano idonei al prelievo e al trapianto: cuore, polmoni, fegato, reni e tessuto osseo.
All’interno del Blocco Operatorio dell’Ospedale di Esine si sono quindi alternate cinque équipe mediche provenienti da diversi ospedali della Lombardia e del Veneto, che hanno lavorato senza sosta: nella tarda mattinata di domenica è giunta la conferma che tutti gli organi erano già stati trapiantati. Una notizia che ha colmato di gioia gli occhi e i cuori di tutto il personale dell’Ospedale di Esine.
Un gesto di immensa generosità, di profonda solidarietà e fiducia nel prossimo, quello della famiglia Capitanio, una scelta d’amore che ha toccato nel profondo tutti gli operatori, soprattutto considerando che Giovanni Capitanio, 52enne di Costa Volpino, era affetto dalla sindrome di Down, ma grazie alla costante pratica (era cintura nera di judo) il suo fisico si è mantenuto in ottima forma. All’improvviso un malore lo aveva colpito una settimana fa, e per questo era stato ricoverato in Rianimazione a Esine. Fino all’epilogo, tragico ma di grande esempio per tutti.