Dopo il recupero del Nautilus dai fondali del Sebino, Alex Belingheri dell’Agricola Vallecamonica di Artogne ha provveduto sabato a farsi restituire dalle acque del lago d’Aviolo le bottiglie di Estremo Adamadus che aveva messo ad invecchiare tre anni fa. Ci è riuscito al temine di una delicata procedura, servendosi dell’elicottero, di una squadra di sommozzatori e di palloni galleggianti.

E se più di 1.800 bottiglie e 20 magnum del Millesimato 2017 sono state riportate a terra, nuove casse contenenti 2.240 bottiglie e 20 magnum dell’annata 2019 sono state messe a dimora nel laghetto di montagna a quota 1930 metri, sopra Vezza d’Oglio.

Una cantina naturale a dieci metri di profondità, che riesce a mantenere il vino a pressione costante, grazie alla combinazione tra altitudine ed immersione. Il progetto all’Aviolo è partito con l’annata 2016, ora si assaggerà l’annata 2017, per la quale sono state utilizzate le varietà Piwi, resistenti alle malattie fungine che producono uve libere da trattamenti.

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