Venerdì scorso l’Eremo dei Santi Pietro e Paolo di Bienno ha ospitato il secondo incontro del ciclo di “Lezioni di storia vissuta-Per un presente aperto al futuro”.

Ospite del secondo appuntamento è stata Eliana Versace, giornalista e docente di Storia della Chiesa contemporanea all’Università Lumsa di Roma, che ha moderato un incontro dal tema “Paolo VI: il Papa della modernità”, dedicato appunto a Giovanni Montini, di cui di recente si è celebrato il primo anniversario dalla santificazione.

L’intervista integrale di Gianmario Martinazzoli ad Eliana Versace

“E’ stato attento ai problemi ed alla complessità del mondo moderno anche per ragioni biografiche”, ha spiegato al microfono di Gianmario Martinazzoli la professoressa, “è stato il primo Papa a vivere le contraddizioni del Novecento, con una famiglia impegnata nel sociale e nel politico. Ha incontrato le difficoltà dell’uomo moderno nel vivere, realizzarsi e mantenere e testimoniare la propria fede. Come conciliare la propria fede con le difficoltà che il mondo pone è l’interrogativo che muove Montini”.

Il pontificato di Paolo VI è stato segnato anche dall’attenzione per i mezzi di comunicazione: d’altra parte, fin da piccolo Montini ha avuto occasione di conoscere il mondo del giornalismo grazie al padre Giorgio; un’esperienza che poi si è tradotta con l’esortazione affinché si creasse un quotidiano cattolico nazionale, noto poi come Avvenire.

“Non è una pagina di storia del giornalismo, ma di storia della Chiesa”, ha spiegato la Versace, che ha studiato in riferimento alla figura di Papa Montini i rapporti tra politica e Chiesa pubblicando diversi libri sul tema, “per riuscire a realizzare questo suo sogno fece quasi una battaglia. Si trovò tutto l’episcopato contro, perché i vescovi italiani erano legati ai particolarismi delle loro Diocesi: Paolo VI s’impegnò perché i cattolici potessero avere questo strumento di evangelizzazione. Secondo lui il quotidiano cattolico doveva essere uno strumento fondamentale per dialogare con il mondo. Lui stesso fondò un giornale, ‘La Fionda’, a Brescia con Andrea Trebeschi; scrisse tantissimo per la Federazione Universitaria Cattolica Italiana, dove fondò un altro giornale, ‘Azione Fucina’, scrisse più di duecento articoli in quegli anni. Ai giornalisti di Avvenire incontrati nel 1971 disse ‘Voi siete alleati del Papa, perché dovete raccontare insieme a me le ragioni della nostra fede’”.

Sulla definizione di “Papa triste”, la Versace è convinta che sia una definizione “sbagliatissima. E’ il primo Papa che fa un documento pontificio sulla gioia, la Gaudete in Domini (del 1975, ndr) e lo indirizza ai giovani. Tutto è tranne che triste: il primo a rammaricarsene era lui. Ha appreso tanto da San Filippo Neri, il Santo della gioia: se si leggono i suoi testi ci si accorge quanto opposto a questa immagine”.

Il terzo appuntamento delle “Lezioni di storia vissuta” sarà l’8 novembre, alle ore 20:45, con un incontro su “Giuseppe Camadini-La spiritualità di un uomo delle istituzioni”, con relatore GianPaolo Salvini, padre gesuita e direttore de La Civiltà Cattolica.

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