Da quando è stata chiusa a fine 2015, lasciando a casa 72 dipendenti, della filatura NK di Ceto non si è più parlato.
Ieri pomeriggio però alcuni di loro si sono radunati davanti ai cancelli dello stabilimento di Nadro, accusando la politica e i sindacati di averli abbandonati.
La situazione attuale vede i 72 dipendenti entrare, terminata la cassa integrazione, nella cosiddetta Naspi, che si concluderà a febbraio 2019. Pur avendo davanti ancora un anno e mezzo di ammortizzatori sociali, i lavoratori non sono tranquilli. Così ieri è stata organizzata una manifestazione, che ha chiamato a raccolta anche sindaci, istituzioni, stampa e tv locali. Presenti i sindaci di Ceto Marina Lanzetti, di Capo di Ponte Francesco Manella, di Ono San Pietro Elena Broggi, di Losine Mario Chiappini, di Cerveno Marzia Romano e di Breno Sandro Farisoglio, oltre al presidente della Comunità Montana Oliviero Valzelli e al segretario della Lega Nord di Vallecamonica Beppe Donina.
La portavoce del gruppo, Delia Bonomi, ha fatto riferimento alle notizie degli ultimi giorni sui buoni risultati ottenuti dalla filiera del Cotonificio Albini, ultimo cliente della Nk di Ceto. “Silvio Albini – spiega la promotrice dell’iniziativa – ha spostato da Nadro a Bergamo la filatura dei suoi cotoni pregiati. Il costo del lavoro è praticamente uguale, ma nessuno ha fatto in modo che Albini e Archetti, il presidente di Nk, trovassero un’alternativa alla chiusura del complesso camuno”.
Fuori dalla NK anche il segretario della Filctem Cgil comprensoriale Cristian Meloni e Fabrizio Taboni della Cisl Brescia Vallecamonica. Nei prossimi giorni i sindaci invitati si ritroveranno e potrebbe poi essere riconvocato un istituzionale. Intanto la NK è stata smantellata, i locali si trovano in precarie condizioni e il complesso è stato fin qui giudicato poco appetibile imprenditorialmente.