Cala il sipario sulla vicenda ex Selca di Berzo Demo, almeno per quanto riguarda l’aspetto giudiziario. Dopo l’assoluzione dei due fratelli Bettoni dall’accusa di traffico di rifiuti speciali, arriva il non luogo a procedere per la mancata bonifica dell’area.

È finito così, in due udienze, il dibattimento “Selca bis“, relativo alla mancata bonifica dell’area di Forno Allione dov’era ubicata l’azienda fallita nel 2010. A processo, accusati a vario titolo della mancata bonifica dei 23mila metri cubi di celle elettrolitiche arrivate dall’Australia per essere trattate, erano in quattro: Flavio Bettoni, tra i proprietari dell’azienda (già assolto dall’accusa di traffico di rifiuti col fratello Ivano) e presidente Selca dal 2007 al 2010, l’amministratore unico Piergiorgio Bosio, che l’ha guidata dal 1997 al 2007, il procuratore speciale Ettore Vacchina e il consigliere delegato Michele Carta Mantiglia, attivo dal 2007 e fino al fallimento.

Per tutti è stata disposta sentenza di non luogo a procedere ai sensi dell’articolo 129 del Codice di procedura penale che obbliga il giudice in ogni momento a dichiarare estinti i reati contestati perché il fatto non sussiste. Dal processo era già uscito il curatore fallimentare, Giacomo Ducoli.

Per l’area industriale di Forno si prospettano ora il recupero e la riconversione attraverso un investimento di 23,6 milioni di euro, di cui 6 milioni messi a disposizione dalla Regione Lombardia, mentre gli altri fondi saranno messi principalmente dalla Comunità Montana, dalla Provincia, dall’Unione dei Comuni della Valsaviore e dal Comune di Berzo Demo.

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