Quando si parla di Ex Selca e di smaltimento dei rifiuti tossici ancora presenti all’interno del capannone di Forno Allione, la prudenza non è mai troppa. Tra annunci, smentite, ritardi e risorse mancanti l’attesa per il piano che dovrebbe liberare la Vallecamonica dai 37mila metri cubi di rifiuti si è fatta lunga, ma la tenacia di raggiungere l’obiettivo non è mai venuta meno, soprattutto quando si uniscono le forze.
Come avvenuto giovedì sorso, quando in Prefettura a Brescia si è tenuta una Conferenza dei Servizi alla presenza del Prefetto Maria Rosaria Laganà, di Sandro Bonomelli (presidente della Comunità Montana), di Gian Battista Bernardi (sindaco di Berzo Demo), di Emanuele Moraschini (presidente della Provincia di Brescia), di Giacomo Ducoli, curatore fallimentale, di Fabio Cambielli, direttore di Arpa Lombardia e di Giorgio Maione, Assessore regionale all’Ambiente.
L’incontro è servito a fare il punto della situazione, ma anche per chiarire quanto le parti in causa possano contribuire al piano di smaltimento. Dalla Comunità Montana è giunta così la disponibilità a mettere sul piatto quattro milioni di euro di fondi Odi che inizialmente servivano per la realizzazione di nuovi capannoni.
La Regione ha invece messo a disposizione un milione e mezzo di euro e la Provincia un milione. Risorse che si aggiungono ai due milioni di euro già presenti nelle casse della curatela fallimentare. Sebbene il totale sia lontano da quello necessario per la rimozione intera dei rifiuti (che ammonta a 20 milioni di euro), l’accordo raggiunto in Prefettura permette di avere una situazione più chiara su come procedere.
A questo proposito, il curatore ha aggiunto di essere in contatto con un’azienda bresciana per le operazioni di trasporto, dopo che quella veneta con cui era in contatto si è tirata indietro. I rifiuti dovrebbero essere portati in Austria: il sito di destinazione è già stato individuato, così come c’è l’autorizzazione delle autorità.