Sono passati solo tre anni dall’istituzione del Fondo Sara Pedersoli, eppure tante cose sono già state fatte. Era l’aprile 2018 quando, a solo un mese dalla scomparsa di Sara, il marito Ettore Fanti, insieme alla mamma Marì, al papà Tino ed alla sorella Marcella, decisero di concretizzare quello che era stato l’ultimo desiderio della donna, venuta a mancare per un male incurabile.

Sara teneva fortemente infatti all’idea di realizzare qualcosa che potesse aiutare sempre più i bambini autistici, come il figlio Nicolò. Da lì, è nata l’idea di istituire il Fondo che, come detto, in questi tre anni si è fatto conoscere in tutta la Vallecamonica raccogliendo i frutti della solidaritetà.

Frutti che si sono visti nell’ampliamento dei locali di “Spazio Autismo”, con sede a Darfo: dei 250mila euro necessari alle spese di ristrutturazione e riorganizzazione, quasi la metà sono arrivati dalle donazioni al Fondo, tanto da permetterne l’inaugurazione già nel 2019. Il lavoro della famiglia di Sara Pedersoli non è però concluso.

Il Fondo continua a raccogliere donazioni tramite numerose iniziative (tra le ultime, il Tappeto di Caterina realizzato a Bienno, con la vendita delle mattonelle che lo hanno composto) affinché le attività di Spazio Autismo possano continuare e, perché no, raggiungere il prossimo obiettivo: creare una struttura che possa occuparsi di questi bambini quando avranno raggiunto la maggiore età.

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