Continua a restare alta l’allerta tra Cerveno, Ceto ed Ono San Pietro, dove martedì scorso centomila metri cubi di materiale roccioso si sono staccati dalla Concarena per riversarsi sul torrente Blè e poi finire nell’Oglio.
A poco sono servite le due briglie di contenimento, che nulla hanno potuto fare di fronte al violento temporale che ha scaricato 70 millimetri di pioggia in solo un’ora: un masso di 90 metri cubi è riuscito a romperne una, permettendo così il passaggio di tutti gli altri.
Una situazione che fortunatamente non ha coinvolto nessuna persona, e che si è iniziato a gestire da subito: innanzitutto, Elena Broggi e Marzia Romano, rispettivamente i sindaci di Ono San Pietro e Cerveno, hanno istituito una “zona rossa”, il cui accesso è vietato a tutti. Marina Lanzetti, primo cittadino di Ceto, altro Comune coinvolto nell’esondazione, ha anche messo in stato di preallerta alcune case che si trovano in via Nazionale, vicino al fiume.
Chiuse anche le tre strade che conducono al Blè, i cui materiali trasportati martedì hanno distrutto un ponte della pista ciclabile ed impedito l’accesso ad una strada che conduce ad alcune cascine oltre che alle due piste ciclabili a mezza costa. Interrotto, inoltre, il collettore fognario della media Valle e danneggiato il metanodotto che trasporta il gas in Alta Valle.
Per quanto riguarda i lavori, già da mercoledì pomeriggio si sta lavorando per svasare l’alveo dell’Oglio e ridurre il “lago” di trecento metri che si è formato e che sta preoccupando. Successivamente, si lavorerà ad un piano dettagliato per un nuovo intervento e per un sistema di monitoraggio simile a quello presente in Val Rabbia.
I lavori, dal costo di 200mila euro finanziati dalla Regione, sul Blè, sarebbero dovuti partire a breve: parte di quei soldi saranno utilizzati per le opere di emergenza e per ripristinare il normale flusso dell’Oglio.