Una decisione che non piace, e per cui si chiede un immediato confronto: al centro della nuova polemica camuna c’è ancora una volta la gestione dell’acqua. I nove Comuni della Vallecamonica che fanno parte di Acque Bresciane, infatti, sono stati esclusi da un bando emesso dal Bim che concede contributi pubblici di 100mila euro a fondo perduto per interventi sulla rete idrica, ammettendo solo quei Comuni (la maggioranza in Valle) che hanno preferito al gestore unico la gestione in autonomia dell’acqua e che, quindi, per questo motivo non possono accedere ai fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza relativi al ciclo idrico integrato.

Così, i sindaci di Edolo (Luca Masneri), Sonico (Gian Battista Pasquini), Paisco Loveno (Bernardo Mascherpa), Berzo Demo (Giovan Battista Bernardi), Cedegolo (Andrea Bortolo Pedrali), Darfo Boario Terme (Dario Colossi), Malonno (Giovanni Ghirardi), Lozio (Francesco Regazzoli) e Pisogne (Federico Laini) hanno preso carta e penna e scritto una lettera ad Alessandro Bonomelli, presidnete del Bim; Emanuele Moraschini, presidente della Provincia e Marco Zemello, direttore dell’Ufficio d’Ambito di Brescia.

I Comuni, di legge nella lettera, prendono “le distanze pubblicamente e formalmente da un’azione del Consiglio direttivo che riteniamo lesiva dello spirito con cui è nata la maggioranza che guida oggi gli enti sovracomunali, spirito che era di unità e compattezza sui temi fondamentali della Valle”. I nove primi cittadini, pur garantendo “spirito di unità e di solidità nel richiedere il riconoscimento delle dovute aspettative della Valle”, non staranno a guardare

Nella stessa lettera chiedono infatti “un immediato confronto politico, al fine di superare questa situazione di grave lesione dei nostri diritti e delle nostre comunità. In alternativa”, concludono, “ci vediamo costretti a dover assumere ogni iniziativa in nostro potere per tutelare i nostri interessi”.

Il tutto, mentre si avvicina la sentenza della Corte Costituzionale in merito alla legittimità della legge regionale del 2021 impugnata dal Governo Draghi e che permetterebbe la costituzione di un Ambito Territoriale Ottimale camuno.

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