Il settore degli impianti sciistici è senza dubbio tra i più colpiti dalle chiusure anti-Covid imposte dal Governo in questi mesi. Basti pensare che in Vallecamonica nessuno degli impianti, in questo periodo solitamente affollati di turisti italiani e stranieri, ha mai aperto da quando è iniziata la stagione, che il destino beffardo ha voluto fosse particolarmente ricca di nevicate.

Dalla data del 7 gennaio, per l’apertura, si è passati al 18 gennaio e poi, con l’ultimo Dpcm, al 15 febbraio. Ma converrà davvero aprire a quel punto? Gli impianti camuni ci stanno ragionando: a Pontedilegno-Tonale non ci sono dubbi, la volontà di riaprire c’è, a qualsiasi data e condizione, per permettere alle centinaia di persone il cui lavoro ruota intorno alle piste di poter avere un minimo di introito.

Non è una doccia fredda ma fa venire comunque i brividi. Anzi, fa male. Abbiamo sentito e letto tutto: da chi crede che…

Posted by Borno Ski Area Monte Altissimo on Friday, January 15, 2021

“E’ un dovere morale per loro”, ha detto Mario Bezzi, presidente della Sit consapevole che se si riaprirà lo si farà in perdita, “basta riuscire a far guadagnare qualcosa a chi lavora nell’indotto”. A Borno, invece, si sta valutando il da farsi, in attesa di avere chiarezza sui ristori, mentre a Montecampione l’attenzione sembra ormai essere rivolta all’anno prossimo.

Tra le categorie più colpite del settore, gli albergatori, ma anche i noleggiatori delle attrezzature ed i maestri di sci: i noleggiatori cercano di tirare avanti con ciaspole e racchette (dal momento che escursioni e scialpinismo sono consentiti), ma le perdite segnalate sono anche del 99%. I maestri di sci, invece, sono fermi dal marzo scorso: eppure, dotati di guanti, casco ed occhiali, loro e gli allievi potrebbero incontrarsi in tutta sicurezza e senza creare assembramenti.

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