Il contatto con la natura rigenera e rilassa: un concetto, questo, che non ha bisogno di prove per trovare conferma. Eppure, in un contesto scientifico è necessario sempre avere la giusta quantità di dati per dimostrare le proprie teorie. In questo senso si muove il progetto Thalea, vincitore di un bando internazionale a cui ha partecipato l’azienda Thimus, con sedi a Brescia ed in California.

Il gruppo che si sta occupando del progetto, guidato da Andrea Bariselli e da Mario Ubiali, vuole dimostrare che la natura abbia una funzione terapeutica nella gestione dello stress ed in particolare di quello generato dal recente lockdown. I test hanno portato i ricercatori tra le montagne camune: dopo la Val Grande e la Valle Adamè, la settimana scorsa il progetto è arrivato sul lago d’Aviolo, in territorio di Vezza d’Oglio.

Qui alcuni volontari (che sono stati rimborsati con dei buoni Amazon) hanno indossato un elettroencefalografo, una sorta di caschetto che ha registrato le onde prodotte dal cervello durante un percorso predefinito nella natura circostante. I dati raccolti, insieme a quelli delle tappe passate, permetteranno di confermare i benefici della natura sul cervello umano. La ricerca (che non appena sarà possibile si sposterà negli Stati Uniti) vuole anche supportare le politiche di valorizzazione del territorio, confermando l’importanza della cura degli spazi aperti non solo per il turismo.

[Foto da Giornale di Brescia]

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