La Vallecamonica si è tanto battuta, in questi anni, a favore di una legge che restituisse al territorio una cospicua somma derivante dalle assegnazioni delle concessioni di grandi derivazioni idroelettriche. Una legge che il Consiglio regionale aveva approvato a fine marzo e che, ora, potrebbe finire per essere affossata dal Governo.
Il Consiglio dei Ministri ha infatti impugnato la legge che prevede il versamento al territorio camuno (che con le sue 86 centrali è quello più sfruttato da questo punto di vista in Lombardia) dell’80% degli oneri di concessione, vale a dire 6 milioni di euro che la Valle potrebbe impiegare in opere strategiche per ridurre lo spopolamento e che diminuirebbe uno scarto economico che ha visto il nostro territorio penalizzato negli anni.
“Non sono assolutamente meravigliato”, ha commentato Massimo Sertori, assessore regionale alle Risorse Energetiche, “evidentemente c’è chi sta dalla parte dei territori e chi dei concessionari”. “Una brutta iniziativa”, è invece il commento del camuno Francesco Ghiroldi, consigliere regionale della Lega e firmatario di alcuni degli emendamenti approvati all’interno delle legge stessa. Ora la parola passa alla Corte costituzionale, a cui toccherà esprimersi.