Non si ferma il cordoglio in città e provincia, in particolare in Vallecamonica, per la morte di Hélène de Prittwitz Zaleski, scomparsa venerdì sera all’età di 79 anni. La moglie del finanziere Romain Zaleski, molto attiva in campo culturale e sociale, aveva scelto la Vallecamonica come sua seconda casa, e sarà proprio qui che saranno celebrati i funerali, martedì alle ore 14:30 a Borno, dove viveva, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista.
La salma, lunedì, si sposterà dall’abitazione in via Palardo alla chiesetta di Sant’Antonio da Padova, vicino alla parrocchiale, dove sarà allestita la camera ardente e dove alle 18:30 si terrà la recita del rosario. In queste ore non sono mancati gli attestati di cordoglio verso il finanziere e i due figli avuti con la moglie, Wladimir e Konstantin.
A cominciare da quello del Comune di Borno, che ha definito Hélène “un’amica, un’amante delle nostre montagne, una grande sostenitrice delle realtà associative che la animano, ha saputo entrare nel cuore di chi l’ha conosciuta”. Il Comune di Breno, invece, ricorda come “la sua dedizione e generosità hanno fatto nascere l’Accademia Arte e Vita ed il Teatro delle Ali, autentiche fucine di formazione e cultura non solo per Breno ma per l’intera Vallecamonica”.
Il cordoglio per la scomparsa di Hélène de Prittwitz Zaleski ha superato i confini camuni: anche la Provincia di Brescia ha voluto esprimere le proprie condoglianze, tramite un messaggio del presidente Emanuele Moraschini: “Ai familiari e agli amici la mia vicinanza; la morte di Hélène lascia un grande vuoto sia dal punto di vista umano sia da quello culturale. Brescia oggi piange una persona che ha sempre dato energia, entusiasmo, grande passione e competenze allo sviluppo culturale della nostra città”.
“Sono profondamente dispiaciuta”, ha detto invece Laura Castelletti, sindaca di Brescia, “la morte di Hélène lascia un grande vuoto, che sento sia a livello personale, sia per il ruolo istituzionale che ricopro. La conoscevo e frequentavo ormai da tanti anni, era simpatica, solare, ironica. Una donna elegante, colta, raffinata, ma con un forte tratto umano, che la rendeva accogliente, empatica, sapeva mettere a proprio agio le persone, capirle. Mi mancherà moltissimo non incontrarla a Teatro o per la città durante la Festa dell’Opera, che ha fortemente voluto e sostenuto. Da vicepresidente della Fondazione Teatro Grande, inoltre, non si è mai risparmiata, sostenendo con proposte, consigli, entusiasmo e importanti risorse la crescita e lo sviluppo del Grande. Lascia un grande vuoto, sono certa che la sua luce e il suo colore accompagneranno a lungo tutti quelli che l’hanno conosciuta”.