In attesa della messa in moto del primo treno a idrogeno (l’inaugurazione dovrebbe avvenire tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, anche se il mese scorso Matteo Salvini, Ministro delle Infrastrutture, ha auspicato un anticipo all’autunno dell’anno prossimo), sulla ferrovia Brescia-Iseo-Edolo continuano a viaggiare le polemiche e le perplessità di fronte al progetto che renderà la Vallecamonica la prima Hydrogen Valley italiana.

Dubbi che serpeggiano non solo tra i residenti, in primis quelli di Iseo, in cerca di chiarimenti circa la sicurezza di uno degli impianti di produzione e stoccaggio di idrogeno che sorgerà accanto alla stazione e ad alcune abitazioni, ma anche nella politica bresciana.

L’ultimo confronto risale a pochi giorni fa e vede come protagonista Federico Manzoni, vicesindaco di Brescia, che ha chiesto di fermare il progetto e di dirottare le risorse verso il potenziamento del servizio: una presa di posizione che segue quella di Emilio Del Bono, ex sindaco di Brescia ed oggi vicepresidente del Consiglio Regionale lombardo, che ad inizio ottobre ha presentato una mozione a riguardo.

La replica a Manzoni è stata immediata: Giorgio Maione, Assessore regionale all’Ambiente e Clima, e Claudia Maria Terzi, Assessore alla Infrastrutture e Opere pubbliche, hanno accusato il vicesindaco bresciano di “strumentalizzazioni politiche”, difendendo a spada tratta il progetto. Manzoni non è stato a guardare ed ha controreplicato: “Spiace che [l’assessore Terzi] critichi le richieste di potenziamento del servizio ferroviario sulla Brescia-Iseo-Edolo affermando che la domanda attuale e potenziale non giustificherebbe un aumento di questo tipo”, ha detto.

“Se le cose stanno così”, ha aggiunto, “non si capisce perché su quella stessa linea siano comunque indirizzati quattrocento milioni di investimento e ci si carichi di un fardello gestionale aggiuntivo di nove milioni di euro all’anno”.

Manzoni ha anche ricordato il progetto di potenziamento dei treni ogni trenta minuti tra Iseo, Franciacorta e Brescia, che l’assessorato di Terzi aveva inizialmente autorizzato, respingendo al mittente le accuse di strumentalizzazione, ma ribadendo “la necessità che gli impegni assunti siano responsabilmente portati a termine”.

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