Si è svolta a Breno, nella sala della Comunità montana, l’assemblea del Comitato MTO 2694 per presentare le ragioni del suo no all’ampliamento degli impianti da sci del Monte Tonale occidentale-Cima Sorti.
Anche Legambiente Lombardia ha appoggiato il Comitato e le ragioni della contrarietà al progetto, presentando un dettagliato dossier che lo analizza.

Fortemente voluto dal Comune di Ponte di Legno e nato grazie all’intesa di aziende partecipate e private, tale progetto prevede la realizzazione da parte della SIT di due impianti di risalita in zona Passo del Tonale. Il primo tronco avrebbe la stazione di partenza nella zona Ex-Colonia Vigili in prossimità della stazione intermedia dell’impianto Ponte-Tonale, per poi passare alla stazione intermedia sita in località Malga Serodine, che termina nei pressi del laghetto di Bleis, da dove partirà il secondo tronco con arrivo sulla vetta del Monte Tonale Occidentale, sulla quale potrebbero sorgere anche un terrazzo panoramico e un rifugio.
Il Comitato ribadisce che per tutto ciò sarebbe necessario un significativo sbancamento della cima e del crinale sudest per la pista principale. Il Comitato e Legambiente Lombardia sottolineano che “le dorsali del MTO presentano numerose Trincee della Prima Guerra Mondiale. Oltre che dal punto di vista storico, queste cime rappresentano un’importante area naturalistica protetta, punto di collegamento tra il Parco Nazionale dello Stelvio con il Parco Regionale dell’Adamello”. Criticità sono state evidenziate anche per il disboscamento della Valle del Lares in un’area a rischio valanghe.
Il Comitato parla inoltre di “anacronismo del progetto” spiegando che in un periodo storico caratterizzato da aumento delle temperature e diminuzione delle precipitazioni non si vede l’utilità di puntare su nuove piste a bassa quota e con esposizione a sud. Altra incognita sollevata è la sua reale efficacia per la destagionalizzazione del turismo.
Ingente come ribadito dall’assemblea la somma di denaro pubblico che verrebbe utilizzata per portare a termine l’opera: la Regione Lombardia ha messo a disposizione 25 milioni di euro (a fondo perduto) su un investimento totale di oltre 60 milioni: “Dei restanti 39 milioni non è stata specificata la provenienza” sottolineano gli ambientalisti.
“Come Comitato MTO2694 riteniamo che questo progetto dall’alto costo in termini economici e di sostenibilità non sia in grado di migliorare realmente il comprensorio turistico dell’area Ponte di Legno-Tonale e ribadiamo quindi la contrarietà a quest’opera, nella speranza che i nostri concittadini comprendano la necessità di una visione, oggi irrinunciabile, che promuova un turismo sostenibile e che possa davvero valorizzare la nostra valle” è stata la conclusione dell’intervento.
Livio Pelamatti, presidente del Circolo Legambiente Vallecamonica ha dichiarato: “L’impatto di queste opere deturperebbe irrimediabilmente gli ecosistemi presenti, incidendo su aree protette da tutelare. Chiediamo al Comune di Ponte di Legno e a Regione Lombardia di pensare ad un diverso sviluppo della montagna, allocando le risorse pubbliche su interventi davvero prioritari per qualificare l’economia e l’ambiente della valle, se si pensa anche solo all’urgenza delle bonifiche delle aree industriali dismesse come quella della ex Selca”.