Il lago d’Iseo si prepara a riaccogliere il coregone, specie ittica che per un anno era stata bandita dal Sebino in quanto non autoctona. E’ notizia dei giorni scorsi, infatti, che il Ministero dell’Ambiente ha annunciato ad Alessandro Beduschi, Assessore regionale all’Agricoltura, l’autorizzazione per l’immissione del pesce nel lago per il trienno 2024-2026.

Si potrà così tornare alla prassi portata avanti da un gruppo di pescatori professionisti fino a due anni fa: il coregone era infatti pescato per il recupero delle uova tra fine dicembre ed inizio gennaio; quindi le uova venivano conferite nell’impianto di Clusane d’Iseo, per l’accrescimento degli avannotti; il passo successivo era la semina nel lago.

Il Ministero ha confermato la produzione nell’incubatoio di Clusane, per un massimo di cinque milioni di larve da 12 millimetri all’anno; la ripresa dell’immissione avverrà nella prossima primavera, dopo che dagli uffici regionali saranno definiti aspetti tecnici e contrattuali. Una buona notizia per i pescatori locali, ma anche per i ristoratori, che trovano nel coregone un pesce pregiato molto richiesto a tavola.

Per Diego Invernici, consigliere regionale ed ex sindaco di Pisogne è “un risultato storico, ottenuto grazie alle battaglie del territorio ed al lavoro degli uffici regionali, che hanno dimostrato che il coregone è a tutti gli effetti una specie autoctona”.

Secondo Raffaele Barbieri, consigliere comunale e rappresentante dei pescatori del lago d’Iseo, la reimmissione del pesce “avrà un impatto importante per tutta l’economia locale, dando lavoro ai pescatori ed ai ristoratori che potranno tornare a servire uno dei simboli del nostro territorio”.

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