Solo un anno fa il lago d’Iseo aveva passato egregiamente l’esame della Goletta dei Laghi, l’iniziativa di Legambiente che analizza la qualità delle acque lacustri italiane. Una situazione che è diventata un lontano ricordo: le nuove analisi, compiute da poco dai tecnici ed esperti al lavoro per l’associazione ambientalista, hanno infatti evidenziato un netto peggioramento della qualità delle acque del Sebino.
Su sei punti analizzati sia sulla sponda bresciana che bergamasca, cinque sono risultati fortemente inquinati. A non aver passato l’esame sono la foce del torrente Calchere a Sulzano, lo sfioratore del Comune nel canale industriale di Pisogne, la foce del fiume Oglio e il canale presso la spiaggia di Costa Volpino e la foce del torrente Borlezza a Castro. Unico punto entro i limiti è risultato essere lo scarico del pontile nord a Peschiera Maraglio di Monte Isola.
Quali potrebbero essere i motivi di questo peggioramento? Secondo Legambiente, la causa di questi risultati potrebbe ricollegarsi alle forti piogge registrate a giugno. Eventi estremi di questo tipo, spiegano gli ambientalisti, creano situazioni di stress negli impianti di depurazione che difficilmente riescono a trattare l’aumento repentino delle acque reflue in ingresso.
Questo spesso si traduce in uno sversamento delle acque e del carico inquinante nei corpi ricettori, come i fiumi e i laghi. E ciò vuol dire che i valori relativi alla concentrazione di batteri di origine fecale sono, nei punti campionati, oltre il doppio del limite consentito, rivelando un rischio per la salute di tutti i frequentatori del lago (sempre molto frequentato: solo nel 2023 le presenze sono state circa 900mila).
“Le analisi ci mostrano quanto il sistema depurativo del lago d’Iseo diventi fragile in situazioni estreme”, ha commentato Barbara Meggetto, presidentessa di Legambiente Lombardia, “siamo ormai in presenza di forti variabilità atmosferiche, in cui a grandi siccità si contrappongono stagioni con fenomeni piovosi intensi. Tutto questo si ripercuote anche sul sistema depurativo”.
Legambiente ricorda poi la necessità di completare il prima possibile il depuratore dell’Alta Vallecamonica, su cui incide la costituzione del nuovo Ambito territoriale ottimale camuno, che rischia di allungare i tempi sia per le formalità burocratiche che per il reperimento delle risorse necessarie ad ultimare tutti i collegamenti. Nel frattempo, Edolo, Sonico e Malonno continuano a scaricare reflui fognari nel fiume Oglio, con ripercussioni sul lago stesso.